
E me a so' aquè, io sono qui, meditando e sgrunteggiando che "siccome so l'inglese" è comodo che rimanga qui a rispondere a fantomatici clienti stranieri che "potrebbero" chiamare (quando sarebbe bastata una mail per spiegare che l'ufficio rimaneva chiuso per oggi, ma vabbè).
Ne approfitto per parlare di "sgrunt", ovvero di una voce onomatopeica.
L'onomatopea è una cosiddetta figura retorica che imita, attraverso i suoni linguistici, il rumore associato a un oggetto o a un soggetto cui si vuole fare riferimento.
Si usa distinguere le onomatopee primarie, o vere e proprie, che sono per l'appunto parole che hanno l'unica capacità di evocare l'impressione di un suono e non portatrici di un proprio significato: ottimi esempi sono versi di animali, come bau o miao, oppure particolari suoni umani come brr o ecciù, ma anche rumori tipici di oggetti o di azioni, come il perepepé o il bum della deflagrazione. Questi sono suoni a cui siamo abituati, ma i giapponesi ad esempio si sono inventati delle onomatopee per i suoni più strani: essendo dei noti maniaci repressi, usano l'onomatopea pero pero per il suono dei capezzoli strizzati. Non è uno scherzo...
Derivano poi solitamente da queste le onomatopee secondarie, o artificiali, che sono invece parole portatrici di un particolare significato, come ad esempio i verbi che indicano appunto il verseggiare di un animale: miagolare, abbaiare, ecc. (Mi domando cazzeggiare allora da che onomatopea derivi....).
Le onomatopee hanno un ruolo fondamentale nei fumetti, dove evocano il suono sia foneticamente, sia graficamente: e qui torniamo al nostro sgrunt iniziale, che è più inglese che italiano (grunt infatti in inglese significa "grugnito"), e che noi tradurremmo in italiano con un più comune "uffa" o "uffi", che richiamano il sibilo dello sbuffare o il soffio del vento dei maroni rotanti di uno che è rimasto da solo in ufficio. Per l'appunto.
Si usa distinguere le onomatopee primarie, o vere e proprie, che sono per l'appunto parole che hanno l'unica capacità di evocare l'impressione di un suono e non portatrici di un proprio significato: ottimi esempi sono versi di animali, come bau o miao, oppure particolari suoni umani come brr o ecciù, ma anche rumori tipici di oggetti o di azioni, come il perepepé o il bum della deflagrazione. Questi sono suoni a cui siamo abituati, ma i giapponesi ad esempio si sono inventati delle onomatopee per i suoni più strani: essendo dei noti maniaci repressi, usano l'onomatopea pero pero per il suono dei capezzoli strizzati. Non è uno scherzo...
Derivano poi solitamente da queste le onomatopee secondarie, o artificiali, che sono invece parole portatrici di un particolare significato, come ad esempio i verbi che indicano appunto il verseggiare di un animale: miagolare, abbaiare, ecc. (Mi domando cazzeggiare allora da che onomatopea derivi....).
Le onomatopee hanno un ruolo fondamentale nei fumetti, dove evocano il suono sia foneticamente, sia graficamente: e qui torniamo al nostro sgrunt iniziale, che è più inglese che italiano (grunt infatti in inglese significa "grugnito"), e che noi tradurremmo in italiano con un più comune "uffa" o "uffi", che richiamano il sibilo dello sbuffare o il soffio del vento dei maroni rotanti di uno che è rimasto da solo in ufficio. Per l'appunto.
Commenti
ma ciaoooooooooooooo
Grazie per la telefonata fratello, un po' di compagnia fa sempre bene (e CHE compagnia!)