Un esordio memorabile, che pochi conoscono.

Marzo 1984.
Siamo al Nürburgring, Germania, e la Mercedes, dopo aver presentato il suo modello stradale 190E al salone di Francoforte dell'anno prima, decide di fare una gara-evento con i campioni della F1 presenti e del recente passato. In griglia di partenza si presentano piloti del calibro di Jack Brabham, Phil Hill, Denny Hulme, James Hunt, Jacques Laffite, Niki Lauda, Carlos Reutemann, Keke Rosberg, Jody Scheckter, Alain Prost, John Watson.

Tutti con la stessa identica auto (una 190E 2.3-16s).
Poteva essere una garetta-esibizione, una cosa da ridere? Neanche per sogno: in pista ci sono esattamente 10 titoli mondiali e 101 vittorie. Questa è gente che vuole arrivare in prima posizione anche quando è in fila per andare in bagno, altrochè.

E' proprio Prost che va all'aeroporto a prendere questo giovane promettente, un paio d'ore prima della gara. Campione di F3 inglese, il tipo. Si conoscono per la prima volta, si stringono la mano, chiacchierano. Poi arrivano al 'ring, si vestono e scendono in pista.
E questo giovane promettente spreme la Mercedes fino all'ultimo millimetro di gomma, fino all'ultima stilla di benzina, fino all'ultima derapata e, tra la sorpresa di tutti, vince con un'autorità da veterano. Non ha ancora 24 anni.

Prost dopo questa gara vincerà quattro volte il campionato del mondo dal 1984 al suo ritiro, dieci anni dopo. Anche Lauda arrafferà un'altra corona, la terza.

Ma anche al giovane non andrà poi tanto male.
Tre volte campione del mondo, 41 vittorie, 80 podi, 85 pole positions, 19 giri più veloci.
Era solo da poco che non si faceva chiamare più col cognome del padre, ovvero Da Silva.
Era solo da poco che si faceva chiamare col cognome della madre.

Senna.

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