"Seventh Son of a Seventh Son" spiegato a chi non ne ha un'idea.


"Sette peccati mortali
Sette modi per vincere
Sette sentieri sacri per l'Inferno
E il tuo viaggio inizia
Sette pendii discendenti
Sette speranze insanguinate
Sette sono i tuoi fuochi ardenti
Sette i tuoi desideri..." 

Così inizia l'album Seventh Son of a Seventh Son, nel 1988, con la suadente voce di Dickinson che canta accompagnato da alcuni semplici accordi di chitarra acustica.
Ma di cosa stiamo parlando? Ebbene, di uno dei migliori concept album mai realizzati nel panorama rock / metal di tutti i tempi. Un concept album, per chi non lo sapesse, è un album di canzoni realizzate tutte attorno ad uno stesso concetto, una storia, un filone narrativo che va da un punto A ad un punto Z attraversando le varie canzoni: un po' una storia in musica, se vogliamo.

Il punto centrale dell'album è questo: nella mitologia medievale occidentale si dice che il settimo figlio di un settimo figlio sia dotato dei poteri della preveggenza e della guarigione. Su questo mito l'autore statunitense Orson Scott Card scrisse un libro, appunto Il settimo figlio, che fu di enorme ispirazione per Steve Harris (bassista e compositore del 90% di tutte le canzoni dei Maiden) nel riportare lo stesso concetto in musica.

L'album si apre con Moonchild, e con la citazione che abbiamo fatto all'inizio. La storia narrata è questa: la donna che darà luce al settimo figlio di un settimo figlio, viene raggiunta da Lucifero in persona, che la avverte del fatto che il suo nascituro è già condannato. "Non osare salvare tuo figlio", le dice, "uccidilo e salva tutti gli altri". E mentre l'Arcangelo Gabriele dorme, le rivela che ci sarà una lotta tra l'Inferno e il Paradiso per contendersi l'anima del fanciullo. La madre, che non può far conto sul suicidio come soluzione ("sarai dannata, se lo fai!"), ed evidentemente un tipo tosto, non si farà intimidire e proseguirà nella gestazione.

Nel frattempo, in Infinite Dreams, il padre del bambino, anch'esso un settimo figlio, ha alcuni poteri paranormali che gli fanno avere alcune visioni che sfortunatamente non riesce a cogliere, e lo tormentano. "Aiutami. Aiutami a trovare il vero me stesso senza vedere il futuro. Salvami, salvami dal torturarmi anche durante i miei sogni". Il testo esplora il tema della realtà e cosa può esistere dopo la morte, nello stesso modo in cui qualche anno prima l'argomento venne toccato dai Maiden con Hallowed Be Thy Name. Ma a differenza di Hallowed..., viene suggerito il tema del significato della vita e della reincarnazione. Dal punto di vista tecnico, uno dei più complicati pezzi degli Iron Maiden con cambi di tempo e tonalità e una fantastica parte strumentale centrale.

A questo proposito, il padre del nascituro va da un profeta, un chiaroveggente, domandandosi e domandando a lui ad alta voce: "posso giocare con la pazzia?" ovvero, c'è qualcosa che mi sfugge, in questo piano? La risposta del chiaroveggente in Can I Play With Madness? non è confortante: guardando nella sfera di cristallo, gli ride in faccia e gli dice "tu sei troppo cieco per vedere". Il padre reagisce come un animale all'angolo urlandogli in faccia, e il profeta di rimando gli grida "La tua anima brucerà in un lago di fuoco!". Il primo singolo dell'album è probabilmente il più conosciuto dell'intera opera, ed è anche l'unica che non rispecchia esattamente lo stesso standard: infatti il testo, piuttosto introspettivo e tormentato, mal si sposa con uno stile un pochino troppo happy. (Tuttavia il ritornello è trascinante...)

In The Evil That Men Do il titolo esula dal tema dell'album: è infatti una citazione dal Giulio Cesare di Shakespeare, precisamente quando Marco Antonio arringa i romani in difesa di Cesare, dopo il suo assassinio. La canzone è comunque correlata al tema dell'album, anche se rimane la più oscura: per certi versi ricorda l'argomento delle visioni affrontato in Infinite Dreams, ma per altri pare che sia un flashback del padre che ricorda l'amore passato, e quindi del concepimento del protagonista dell'album. Per il resto, il soggetto di questa canzone contempla il suicidio come una soluzione - forse la perdita dell'amore e le visioni sono troppe per lui. Musicalmente una delle migliori canzoni dell'album: il ritornello è splendido e diventerà negli anni a venire una delle occasioni migliori per i Maiden di coinvolgere il pubblico live.

Arriviamo al pezzo che dà il nome all'album: Seventh Son of a Seventh Son. La canzone inizia con la nascita del bambino, che come atteso ha speciali poteri paranormali, anche se non ne è conscio. Sia il Bene che il Male sanno che può far pendere l'ago della bilancia, ma sarà concesso soltanto a lui scegliere la sua via. I suoi poteri sono la guarigione e la chiaroveggenza, ma sfortunatamente per il ragazzo c'è anche un indizio che la sua strada è già scritta, indipendentemente dalla sua scelta.
Un'altra canzone mostruosamente complessa, con cambi di tono e di ritmo, che mettono alla luce la fenomenale bravura di Nicko McBrain alla batteria. La seconda metà del pezzo è una specie di opera strumentale, probabilmente la migliore dai tempi di Phantom of the Opera.

The Prophecy continua la storia iniziata nel pezzo precedente: il ragazzo, di nome Alvin, prega gli abitanti del villaggio in cui vive di ascoltarlo, perché una minaccia è incombente, ma ovviamente non viene creduto. Questa è un'altra splendida canzone in cui il "mood" si sposa esattamente con il testo, e finisce sorprendentemente con una corta ma veramente bella sezione di chitarra acustica. Quale catastrofe minacci il villaggio non è indicata, ma se ad alcuni la storia può sembrare in una scala "piccola" (singoli individui, villaggi, quando noi siamo abituati a catastrofi su scale globali), non ci si dimentichi che stiamo parlando di una storia medievale: il villaggio, per molti, era tutto quello che si conosceva.
Anche in questo pezzo, comunque, emerge il concetto dell'ineluttabilità del futuro di Alvin: è tutto già scritto, tutto succederà, e a lui rimane soltanto la scelta di quale delle due sponde di questo tormentato fiume di eventi tenere: quella "buona", o quella "cattiva". Alvin sceglie la buona, ma il prezzo da pagare è essere additato come una Cassandra e messo all'angolo dal suo stesso villaggio.

The Clarvoyant parla delle riflessioni che Alvin fa sulla sua vita e sui suoi poteri. E' ora un veggente oramai riconosciuto da tutti, e ha imparato a controllare le sue visioni. Comunque, queste diventano rapidamente sconvolgenti al punto da confondere la sua capacità di distinguere la realtà da ciò che vede. La morte per lui è l'unica via d'uscita, anche se questa non è esplicitamente indicata. Lo hanno ucciso i suoi poteri, o si è tolto la vita?
Secondo singolo dell'album, diventato un pezzo stabilmente presente ai concerti, inizia con una splendida intro di Steve Harris. L'unica lamentela? Assoli troppo corti, ma in effetti nell'economia della canzone e dell'album, ci possono stare.

Questa canzone continua e finisce l'esplorazione sul significato della vita e della morte che ha permeato tutto l'album. Only The Good Die Young è un'altra potente canzone con un gran ritornello, anche se un pelo corto. E' un'ottima canzone ed un'ottima chiusura per l'album.
Questo capitolo finale parla della fine del Settimo Figlio del Settimo Figlio, ed è un'amara retrospettiva sulla sua vita. Di nuovo, c'è la nozione del fato ineluttabile. Tra l'altro per come è strutturato il testo, sembra che Alvin e Lucifero alternino i loro punti di vista (piuttosto simili). A quanto pare Alvin era un pedone nella scacchiera della lotta tra Bene e Male, che di nuovo è finita con uno stallo.
Al termine della canzone, come in un circolo, dopo l'ultimo assolo di Dave Murray si ripetono gli accordi e i versi dell'inizio dell'album. La storia si ripete, ma l'umanità non impara: e il male che gli uomini fanno, continua a vivere.

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