Recensione - L'anno della lepre (Arto Paasilinna, 1975)

Leggere L'anno della lepre (originale: Jäniksen vuosi), opera del 1975 dell'autore Arto Paasilinna, ambientato nella "fredda" Finlandia, al caldo sole della Sicilia è stata, ammetto, un po' una sfida.
Mentre l'unico refrigerio che hai è un piede a mollo nell'acqua, o una sporadica granita, pensare a conifere ricoperte di neve, freddo, ghiaccio, poteva non essere il massimo per l'immedesimazione.

A pagina 5 avevo freddo. A pagina 10 anelavo a farmi una sauna finlandese. A pagina 20, a farmi direttamente una finlandese.
E' tanto e tale il senso di "fresco" che arriva da questo libro, non soltanto per le tematiche, che lascia di stucco il lettore.
Ma quali sono queste tematiche?

Ebbene, non aspettatevi una trama forte, un intreccio ardito, una spy-story cybertech. Stiamo parlando della Finlandia di fine anni 70: può essere solamente una cosa semplice, come semplici sono gli usi e i costumi di un paese dai più sconosciuto, ed in un'epoca in cui puoi scappare in un bosco senza che nessuno ti rintracci ad un cellulare che ancora non esiste.
Già, perchè di questo si tratta: Kaarlo Vatanen, giornalista frustrato, dopo aver quasi ucciso una lepre investendola con l'auto, molla tutto e scappa con lei nei boschi della Finlandia. Niente più moglie petulante, niente più pseudogiornalismo per vendere copie, niente più debiti, crediti, civiltà. Soltanto lui, e la sua lepre.

Il racconto altro non è che il dipanarsi delle sue avventure in mezzo a boschi, incendi, villaggi, gente più o meno amichevole, orsi, corvi, fame, freddo, tempeste, manovre militari, milizie di varia natura, e distillati di dubbia provenienza ma dall'effetto assicurato.
A metà tra l'umoristico ed il grottesco (per alcune situazioni in cui Kaarlo e lepre vengono coinvolti), con una semplicità, una delicatezza ed un'immediatezza memorabili Paasilinna critica la società "civilizzata", i preconcetti sui Sovietici e sull'autorità, e persino le teorie complottistiche (memorabile il pistolotto di Hannikainen sull'allora presidente della Finlandia).

Il libro è arrivato in Italia nel 1994 e da allora - sempre per la casa editrice Iperborea - ha venduto ben più di 100mila copie. E' stato tradotto in almeno dodici lingue diverse ed ha fatto parte dell'ormai defunto progetto di traduzione dell'UNESCO (UNESCO Collection of Representative Works) a testimonianza della sua indiscutibile qualità.

E' un libro che puoi amare a prima... riga, oppure che corre il rischio, ai più, a quelli troppo "civilizzati", di venire considerato "debole". A queste persone suggerirei, talvolta, di staccare il piede dal pedale dell'acceleratore e di immaginare di spaccare un po' di legna mentre una lepre impertinente lascia palline di sterco in giro per il bosco. E' terapeutico.
Io l'ho amato, e non sarà l'ultimo di Paasilinna che leggerò.

Commenti