15 gennaio 2014.

Una foto in un tram a Lisbona.

Quando l'ho scattata, non immaginavo neanche lontanamente che di lì a qualche ora mi sarei sentito in preda alle vertigini.

Diciamo che è iniziata una storia.
Diciamo, perchè una relazione non nasce da un giorno all'altro, una relazione così deve maturare esattamente come un frutto sull'albero. Uno di quelli saporiti, gustosi, succosi, che cogli al momento giusto e sono ancora caldi di sole.
Se li afferri troppo presto possono solo essere passabili, e passabile non è una cosa che vuoi. Se aspetti troppo, cadono a terra e inesorabilmente si ammaccano, e sanno un po' di muffa. Anche questa, non è una cosa che vuoi.

Quindi una data in un certo senso è solo una data, un momento, un passaggio. E' quando allunghi la mano e cogli il frutto. Anche se volevi mangiarlo da giorni, è quello il momento. Sarà troppo presto? Sarà troppo tardi? Il mio senso del gusto mi dirà che è proprio il momento giusto, che dovevo aspettare un giorno, un'ora, un minuto o che erano tutti di troppo? La risposta è inutile. La risposta è già nella domanda. Quando si vuole qualcosa e si decide di volerlo, cazzo sì, era il momento giusto.

Quando ho scattato questa foto eravamo esattamente come siamo stati in tutti questi mesi. E ora che scrivo queste parole, fondamentalmente siamo come eravamo in tutti questi mesi. Felici. Incasinati. Dubbiosi. Con l'unica certezza di volersi bene.

Devo ammettere che ogni gradino lungo questa metaforica "scala della vita" porta incredibilmente in alto, vertigini incluse. Penso che tu sappia a cosa sto alludendo. Delle volte ti senti già in alto e uno scalino di troppo ti fa girar la testa, l'aria è più rarefatta, e inizi a domandarti ma chi me l'ha fatto fare? Ad ogni scalino in su, aumenta la voglia di tornar giù, ed è un paradosso. Quindi ti muovi lentamente, con circospezione, con la paura che sia ogni volta troppo.

Quando ho capito questa cosa, quando ho capito il passo incerto con cui ti muovevi su questa scala, senza mai perdere la voglia di salirla, ho capito che non eri quella che cercavo. Non sei mai stata quella che io cercavo. Perchè fino ad allora avevo sbagliato a cercare, avevo cercato cose che non erano veramente importanti. Cose frivole, cose passeggere, cose momentanee. Non sapevo di volere quello che mi era capitato davanti. Che fosse in grado di cambiare me e la mia vita così tanto, senza neanche volerlo. E ad ogni scalino che hai fatto, mi rendevo conto che quella che avevo davanti era - ed è - qualcuno di inestimabile valore.

Ora su questa scala siamo in due. Sullo stesso pianerottolo, non un passo avanti, non un passo indietro. Ora possiamo pure darci la mano, e proseguire assieme. Ché quassù in cima il vento è forte e il freddo è quasi insopportabile e le vertigini danno la nausea, a meno di non aver qualcuno a cui aggrapparsi e col quale scaldarsi.

E' bello, il tuo nome. E' bello sapere di poterlo pronunciare, e trovarsi davanti i tuoi occhi. Anche se infuria la bufera.

Commenti

Unknown ha detto…
Sono anni che non leggevo il tuo blog, sono davvero felice di leggere questo post! Gli anni scorrono e a quanto pare il futuro per noi aveva in serbo dolci sorprese :)
Io mi sono sposata e sono anche diventata mamma! ti auguro tante tante bellissime cose