Alcune considerazioni sulla musica moderna


Non sono un enorme fruitore della musica “da radio”, nel senso che solitamente non ascolto le emittenti per così dire generaliste, che trasmettono le hits del momento. Di solito se sono in auto mi attacco a Virgin Radio per ascoltare del rock (o presunto tale, viste le schifezze partorite ultimamente in quell’ambito) oppure se sono a casa raramente ascolto webradio specialistiche (ovvero a tema: anni ’80, rock, metal, italiana, ecc.), ma per la quasi totalità del tempo ascolto i miei CD/Mp3.
Questo nasce fondamentalmente da una convinzione: la musica mainstream fa schifo al cazzo. Ovvero – corollario – preso questo momento storico, nella musica generica, i pezzi veramente “memorabili” che si ascoltano, e che ti fan dire "non è il mio genere, ma che figata!" sono realmente pochi.

Qualcuno potrebbe opinare: ma come fai a sapere se un pezzo è storico o meno, se non fai passare almeno un po’ di “storia” da quando sono stati trasmessi la prima volta in radio? Allora, uno, il blog è mio e dico quel che mi pare. E due, sì, l'appunto è corretto. Ed è per questo che voglio tentare di fare un’analisi storica per suffragare un pochino coi dati il mio assunto iniziale.

Mosso da questa curiosità, ho preso la Top 10 italiana (classifica dei “singoli”) della prima settimana di settembre di quest’anno, e delle relative settimane di 10, 20, 30 e 40 anni fa, e ho provato a farmi una mano di conti e di considerazioni. Mi seguite?

In prima posizione campeggia Wake me up di Avicii / Aloe Blacc. Ecco, esatto, la stessa reazione mia.
Chi minchia è? Un DJ svedese.
E qui potremmo stare a scraniarci per ore: un DJ e’ un musicista? FA musica? O prende dei suoni random – quasi mai suonati da lui stesso con strumenti veri – e ci mette sopra un paio di effetti e mixaggi e TA-DAH ecco pronta la canzone? Ma al di là di questioni musico-sofiche, noto che in classifica non mancano le immarcescibili Lady GaGa e Katy Perry, con una puntina di Daft Punk che forse - a distanza di anni - sarà l'unica che avrà fatto un minimo di differenza, per lo meno in relazione all'intera produzione discografica del gruppo. E poi? Che altro c'è? L'unico italiano in lista è Jovanotti, che a quanto pare - in patria - è la massima espressione della musica nostrana. Con un pezzo (Estate) dal testo pregno di significati e non scontato, come si puo' notare dal passaggio quasi Leopardiano "E tutto il mondo è la mia famiglia oh-o / famiglia eh-e / estate, estate".
Ma diciamo che tutto questo è sotto il beneficio del dubbio. Magari tra 10 anni canteremo tutti in coro famiglia oh-o famiglia eh-e attorno ad un fuoco, fumando maria. Magari il fuoco sono tutti i CD di Jovanotti, chissà. Magari Maria è l'insegnante di canto di Jovanotti, mah.

Ci sarà abbastanza storia in 10 anni? Per quanto mi riguarda sì, è poco meno di un terzo della mia cavolo di vita, e più o meno la metà degli anni che ho passato da fruitore parossistico delle sette note.
E cosa troviamo in classifica? Al primo posto gli Evanescence, con Bring me to life. Ad oggi, uno dei migliori pezzi del gruppo, che su quei livelli si è poi riproposto molto raramente. Poi abbiamo... nooo, Get Busy di Sean Paul (che invita le signorine Kana, Annabella e Donna a scuotere il culo), e addirittura Papi Chulo in terza posizione. Quanti concetti, quanto impegno. E se il primo pezzo italiano è La canzone del capitano di DJ Francesco, abbiamo il quadro completo dello squallore.
Sento già voci dal loggione: sì ma vedi, queste sono tutte canzoni che oggi ci ricordiamo! Bella merda, rispondo io. Le canzoni "storiche" non sono le canzoni che hai sentito fino al vomito, che ti hanno infilato a forza nelle orecchie. Sono i pezzi indiscutibilmente belli nel loro genere. Papi chulo? La canzone del capitano? NO. Forse Gocce di memoria di Giorgia (7° posto, DIETRO DJ Francesco... sì, ce l'ho con lui) può rispondere a questi requisiti.
E mi limito alle prime 10... se no avrei dovuto massacrare Verofalso di Paolo Meneguzzi o Gatto matto di Roberto Angelini, e francamente sarebbe stato come picchiare un bambino che caga.

Ah, gli anni '90. Patria cronologica della dance, anni in cui fondamentalmente il rock moriva soppiantato dal grunge, la pop si scrollava l'elettronica degli anni '80 di dosso e in cui, sempre fondamentalmente, non ci si capiva un cazzo.
E infatti, All that she wants degli Ace of Base è al primo posto. Ora sono vecchio, e me ne accorgo quando vado a ballare a serate "over 30" e mettono su questa e tante sue cuginette. Però la riconosci subito, e hai già inquadrato epoca, periodo, e quanto sfigato eri con le donne allora. Donne. Quelle che immaginavi, sotto tute colorate e anfibi. Al secondo posto Gli spari sopra di Vasco. OH CHE FIGO! VASKO! TI LOVVO KOMANDANTE!!!!!11!!1!ONE!
...'sticazzi, 'sti gran cazzi. Vasco prende Celebrate degli An Emotional Fish, del 1989, e la traduce - male - in italiano. Quindi tecnicamente, questa è una cover, your argument is invalid, suka.
Terzo posto, San Martino di Fiorello. Lo stupro del Carducci in qualche modo ha fatto storia a suo modo, purtroppo nella direzione sbagliata. Poi gli Haddaway di What is love ci fanno tornare a bomba nella dance (oltre a Molella e U.S.U.R.A., gruppo di enorme moda tra ebrei e picciotti). Battito animale di Raf è entrato un po' sottopelle a tutti, credo che chiunque l'abbia canticchiato almeno una volta.
Insomma, siamo al 1993 e di pezzi di caratura GIGA-INTER-GALATTICA non ce n'è traccia. Sono pezzi figli del momento, figli della moda, che sono più o meno conosciuti, ma la cui qualità è un po' fine a sé stessa.

Gah, gli anni '80. Descrivere gli anni '80 è come stare a disquisire della Nike di Samotracia (la statua, non "quelli che fan le scarpe"). Bella finchè vuoi, plastica, leggera, ti ha riempito l'anima di emozioni, ma alla fine è senza la cazzo di testa. Quegli anni, musicalmente, sono così: emozionali, ma quante merdate.
Prima posizione, Vamos a la playa dei Righeira. Ecco, esattamente quel che dicevo. Vamos a la playa o-o-o-o-o vamos a la playa o-o (sì, ricorda un po' la famiglia oh-o). E chi non la conosce? I like Chopin, Gazebo. Vogliamo proprio parlarne? No, perchè mi soffermerei su Every breath you take dei Police. E temo che in 30 anni, questo sia finora l'unico capolavoro peraltro internazionale, universalmente riconosciuto come "che figata di pezzo". Ok, per me è una figata anche Nell'aria di Marcella Bella, ma riconosco che non sia un pezzo "storico".

Avrei potuto escludere il '73, manco ero nato. Ma l'ho voluto includere fortemente, non fosse altro che per una canzone: Minuetto di Mia Martini. Ecco, questo è un pezzo storico, solo italiano, ma storico. Sì ok, c'è anche Pazza idea di Patty Pravo, ma Mimì le mangiava in testa.
Per il resto si segnalano Elton John e Paul McCartney, due mostri sacri, con due pezzi che memorabili non sono, e Baglioni con Amore bello. Beh, a dirla tutta, forse nel '73 avrei ascoltato la radio più speranzoso che tra il '93 e oggi.

CONCLUSIONI
Onestamente prendere una settimana random è abbastanza misero come campione per poter confermare o meno il mio assunto di partenza. In più i gusti, l'affezione, il "tifo" per questo o quel cantante possono prendere il sopravvento sull'obiettività mia quanto vostra.
Però è anche vero che nessuno di questi esempi mi ha fatto cambiare idea sulla qualità della musica mainstream, anzi mi fa dire a livello personale che la musica mainstream, con più o meno efficacia, in media fa schifo al cazzo almeno dal 1973.
Ecco perchè trovo giusto che ognuno maturi i suoi gusti musicali (perchè nella mucchia ci sono alcuni pezzi che ci piacciono, e molti che skipperemmo se fossero in un cd), e trovo altrettanto difficile il mestiere che fa una radio che butta queste cose a getto continuo sperando di prendere un assenso qui e uno là.
Torno ai miei Mp3 di under-progressive-lisergic metal svizzero-celtico.

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