I 10 libri piú spaventosi da leggere / puntata 2

Proseguiamo in questa seconda puntata l'elenco dei 10 libri più terrorizzanti, disturbanti e carichi di tensione. Trovate qui la prima puntata.

6. La scomparsa dell'Erebus (Dan Simmons, 2007). La Spedizione Franklin, nel 1848, composta da 126 uomini divisi in due navi, la HMS Erebus e la HMS Terror, si dirige verso l'Artico alla ricerca del favoleggiato "passaggio a Nord Ovest". Nessuno di quegli uomini sarebbe mai tornato dalla spedizione. Dan Simmons mischia la fiction storica con l'horror per spiegare la fine degli equipaggi. Gli uomini rimangono intrapppolati per anni nei ghiacci, con i viveri in costante calo, fronteggiando pazzia e malattie. E mentre il cannibalismo non è più un'opportunità così lontana, una misteriosa bestia inizia a perseguitarli ed ucciderli singolarmente o a coppie. Simmons è un maestro nel realizzare uno scenario con grande attenzione ai dettagli, che mostra la sua paziente ricerca storica utile a rendere verosimile il contesto del libro. Che diventa infatti un capolavoro di survival horror, costruendo un mantello di paura che avvolge il lettore, dato dall'ambiente ostile e dalla terribile sensazione di essere cacciati.

7. John dies at the end (David Wong, pseudonimo di Jason Pargin, 2007). Inizio dicendo che io l'ho letto in inglese, Amazon non mi aiuta a capire se esista una edizione italiana, magari qualcuno di voi sì. Ad ogni modo David Wong (autore e protagonista del romanzo) ed il suo amico con l'ossessione del pene John prendono una droga conosciuta come soy-sauce che apre le loro menti ad un piano di conoscenza superiore, rivelando loro una serie di mostri vagamente assomiglianti a scorpioni, che minacciano di infestare il mondo. Il libro prende tutta la cultura pop degli ultimi 20 anni e la impregna di humour di bassa lega da 14enne, mescolando il tutto con una montagna di gore splatterpunk. Questo libro probabilmente non è per tutti, nonostante sia un unico mix horror-comico. E, nonostante le assurdità, avrete a che fare con mostri grotteschi, con la minaccia esistenziale di fare i conti con qualcosa al di là dell'umana comprensione, e con insetti che vi guardano dai condotti di ventilazione mentre dormite. Il libro è già stato trasposto in pellicola (John dies at the end, 2012, regia di Don Coscarelli) ma difficilmente, pur non avendolo visto, si immagina che tutte le elucubrazioni su quanto merdosa sia la condizione umana siano state rese efficacemente. E al film sicuramente mancano descrizioni come "the heavy monkey of sleep rested its warm, furry ass on my eyelids" (ovvero "la pesante scimmia del sonno posò il suo caldo culo peloso sulle mie palpebre").

8. L'esorcista (William Peter Blatty, 1971). C'è stata una "età dell'oro" nei film horror dalla fine degli anni '60 a tutti gli anni '70, che prendeva vigore da libri del calibro di ShiningRosemary's Baby e, appunto, L'esorcista. Ed è una riprova di qualità se, nonostante le fontane di sangue alle quali siamo stati abituati dalla cinematografia/letteratura moderna, libri come questo rimangono pietre miliari.
La storia riguarda una giovane fanciulla innocente che viene posseduta da un antico demone, un vecchio prete specializzato in esorcismi e studi dell'occulto, un giovane aiutante alle prese coi dubbi sulla sua fede dopo la morte della madre, e un detective alle prese con le indagini su un orrendo omicidio. Il libro è incalzante ed ha i suoi bei momenti intensi di attività sovrannaturali (che potrebbero essere giudicati "lievi" secondo i moderni standard). Quello che inquieta veramente nel libro - e che lo rende un classico - è come affronta temi scottanti quali la fede e l'ingiustizia del mondo. Mette in discussione un Dio che lasci una giovane innocente alla mercè del demonio, e perchè esista il male nel mondo, lasciando il lettore conscio della sua vulnerabillità nei confronti di esso - cosa, in assoluto, più terrificante di tutte.

9. Il Richiamo di Chtulhu ed altre storie del ciclo di Chtulhu (Howard Phillips Lovecraft, 1917-1935). Mentre esiste un'edizione in inglese (Penguin Books, 1999) che raduna i 18 racconti di Lovecraft prettamente del ciclo di Chtulhu, sfortunatamente manca tale raccolta tematica in italiano. Il consiglio comunque è: HPL va letto TUTTO. E' persino difficile parlare di lui, tanto ha raggiunto lo status di "inarrivabile del terrore", ed è anche difficile stilare una lista di libri dell'orrore che non includano una o più opere sue. Ha ridefinito il concetto stesso di orrore, influenzando la cultura pop in mille modi: dall'Arkham Asylum che compare nei fumetti di Batman al Necronomicon presente nel film "La Casa", ai riferimenti a Chtulhu e i Grandi Antichi nella musica (Metallica, tanto per dire un gruppo famoso). Trovare le sue storie immediatamente paurose, tuttavia, dipende dal vostro modo di recepire la sua densa prosa. Alcuni la trovano stancante, pomposa. Altri ritengono che riesca a dipingere in modo unico un mondo alieno e terrificante. Lo sviluppo del ciclo di Chtulhu è una brace che arde sotto il fuoco della narrazione. Spesso il cliché di Lovecraft, nelle sue storie, riguarda un giovane studioso educato e di buone maniere, che si ritrova alle prese con qualcosa di talmente oscuro, antico e terrificante che lo rende pazzo solamente con una furtiva occhiata. E nonostante tutta la nostra civilizzazione (per lo meno quella di fine '800 da lui descritta), siamo niente altro che misere formiche alle prese con un gigantesco piede pronto a schiacciarci. Nonostante tutte queste premesse, Lovecraft ha avuto poca fortuna sugli schermi, forse fortunatamente, perchè tradurre la sua intensa prosa in immagini sarebbe semplicemente impossibile.

10. Il re in giallo e altri racconti. Tutti i racconti fantastici (Robert W. Chambers, 1895). Come dicevamo poc'anzi, Lovecraft viene tacciato di avere una prosa densa ed arcaica perchè, beh, la sua roba è "vecchia" ed appartiene ad un'altra epoca. Chambers se la ride di gusto e ribalta questo concetto. Lovecraft infatti legge questa raccolta e viene profondamente influenzato da come Chambers leghi diverse storie da un sottile filo di mitologia appena accennata, orribile e disturbante, che tenta di corrompere e portare sconvolgimenti sul lettore. Il fatto è che la prosa di Chambers, nonostante egli sia un buon trentennio più vecchio di Lovecraft, è brillante, chiara e pulita e ci si immedesima istantaneamente nel fato dei protagonisti... di fatto Chambers mangia Lovecraft in un boccone in quanto ad immediatezza. La narrazione in prima persona rende tutto vivido e sottile. Tuttavia solamente le prime quattro storie sono prettamente horror, quindi chiamare questa raccolta "horror" è un po' capzioso - anche se la storia dei Prussiani che assediano Parigi è forse la più terrorizzante di tutte.

Siamo giunti alla conclusione. Dipende da quanto veloce leggete, ma se siete interessati ne avete almeno per i prossimi sei mesi. E per allora vedremo di stupirvi con altri effetti speciali...

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