Io sto con Delio

Io sto con Delio.

Sinceramente non ne posso veramente più di vedere gente che rovina quello che continuo a ritenere lo sport più bello del mondo. Purtroppo sono le persone che gravitano intorno, dentro a questo sport che lo rovinano.

Tra tutti i calciatori. Massa di cerebrolesi che il buon Dio ha dotato di un dono nei piedi, a discapito dei neuroni che normalmente popolano la scatola cranica. E invece no: cos'hanno nel cervello i calciatori? Il deserto col tumbleweed che rotola.

Prendiamo per esempio Totò Di Natale, che nell'occasione della morte di Morosini ha fatto la faccia seria seria per poi dire: "ah... ma bisogna riflettere... giochiamo troppo spesso". Come giustamente mi faceva riflettere un amico l'altra sera, sportivamente parlando è una cazzata visto che gli atleti americani del basket NBA si sparano 82 partite in 6-7 mesi, e non è poco, con fusi orari e trasferte massacranti. Non mi pare muoiano. E umanamente, ma quanta pochezza può esserci nel cervello di uno che guadagna 3 milioni di euro per correre dietro a un pallone quando c'è gente che a 1000 euro al mese corre dietro ai debiti? Giochi troppo spesso? Poverino, vieni a rilassarti in miniera nel Sulcis. Dai, consoliamoci assieme al doppio turno in catena di montaggio, brutto figlio di puttana.

E ho preso Di Natale perché ne parlavo l'altra sera, avrei potuto prendere QUALUNQUE giocatore di QUALUNQUE squadra, o se vogliamo fare una cosa più salomonica toh, salviamone una decina in tutti i campionati, tipo Lot e famiglia sfuggiti dalla distruzione di Sodoma (posto dove volentieri manderei proprio tutti i calciatori).

Di questo gruppo di bimbetti viziati del cazzo fa parte Adem Lijaic, giocatore della Fiorentina che mercoledì sera, dopo una prestazione sconcertante sua e dei suoi compagni (la squadra perdeva 0-2 alla fine del primo tempo) è stato sostituito dal suo allenatore Delio Rossi. Come spesso succede, il bambinetto accomodandosi in panca ha fatto i capricci applaudendo ironicamente il suo allenatore dicendogli "bravo, bravo... bravo, grazie di tutto mister" e altre cose per le quali non sapremo mai la verità. C'è chi dice che ha offeso suo figlio disabile ("sei più handicappato di tuo figlio"), peccato che i farabutti che hanno messo in giro la frase non si sono nemmeno degnati di controllare se fosse vero (Rossi non ha figli disabili). Lo stesso Rossi ha comunque detto che Lijaic ha offeso l'onorabilità della sua famiglia, ma qui non sapremo mai veramente com'è andata.

Sta di fatto che Rossi ha chiuso gli "sportellini" della ragione, gli è sceso il famoso "velo rosso" sugli occhi tanto caro a noi sanguigni romagnoli, ed è partito con una serie di diretti destri al volto del calciatore tra gli sguardi attoniti di tutti quelli che hanno assistito a questa scena, dalla durata di qualche secondo, ma dall'intensità di un Ali - Foreman di altri tempi.

Diseducativo? Può essere. Ma anche un gesto come quello del calciatore è altrettanto diseducativo: insegna a disobbedire, a mancare di rispetto oggi all'allenatore, domani al capoufficio, al controllore del treno, al padre e quant'altro. Trovo la mancanza di rispetto nei confronti dell'autorità peggiore della reazione dell'autorità stessa.

Un po' come quando, da bambino, prendevo uno scappellotto da mio padre perché avevo risposto a sproposito. Ero io nel torto, non lui. E nonostante lo scappellotto mi sentivo in torto, secondo me giustamente. E non sono certo venuto su con le turbe psichiche perché "mio padre ha alzato le mani". Con tutto il rispetto per la Montessori, fanculo. Uno scappellotto in più a Lijaic bambino, e magari non si sarebbe permesso con spocchia e senza vergogna di mancare di rispetto ad un suo "superiore". Ci ha pensato Delio a ricordargli di abbassare la cresta, e gli è costato parecchio (esonero, 3 mesi di squalifica, carriera?), ma è servito per ricordare a tutti i moralisti e bigotti della prim'ora che possono anche andarsene a lavorare a Sodoma.