Difficile ora non unirsi al coro di quelli che piangono per te, anche se fino a questa mattina, prima della gara, magari si auguravano che ti rompessi un osso perchè tu capissi che delle volte esageravi.
Difficile dire "sì ero un tuo grande tifoso", quando in realtà per sano campanilismo romagnolo ti avevo sempre preferito il mio concittadino Dovizioso, più assennato in pista, ma senza forse la tua stessa scintilla che, domata, un domani avrebbe potuto portarti qualcosa di grosso in dono. Un Mondiale.
Anche Casey si stendeva sempre, lo sai no? Stoner era sempre a terra, lo chiamavano "Rolling Stoner", poi ha messo in fila tutti con la Ducati, e l'ha rifatto quest'anno con la Honda. Ero convinto e straconvinto che quella strada di dolorose ammaccature e battibecchi coi tuoi colleghi, ma poi alla fine coronata con un grande risultato, l'avessi imboccata anche tu.
Difficile però ora non dire "mi dispiace". Dispiace non vedere più la tua irruenza, il tuo sorriso, le tue follie, le tue vittorie. Dispiace pensare ai tuoi genitori, che vedono il loro figlio di 24 anni scomparire così, in mondovisione, in una caduta che normalmente ti avrebbe lasciato graffi e rimpianti.
Come dico sempre: quando una persona muore, non muore mai del tutto. Dentro ci lascia sempre qualcosa, un ricordo, un'emozione, una sensazione, e questo fa sì che un po' di lui non muoia mai.
Magra consolazione? Può darsi, ma a me basta così.
Il tuo 58 rosso farà bella figura anche di là dove sei ora.
Gas a martello, Sic. Sempre.
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