Una notte un giovane vecchio uomo si trovò sotto un cielo di stelle. Era una sera calda, ma lui sentiva freddo. Accendendosi l'ultima Lucky del pacchetto, iniziava a riflettere sulla sua vita, ed altri esercizi di equilibrismo.
Ho 32 anni, diceva tra sé e sé. Cosa lascio dietro di me? Cosa lascio al mondo? Cosa lascia il mondo a me?
Diciamo che mi succede qualcosa. Diciamo che io diventi un tutt'uno con questo cielo di stelle.
Lascio debiti, quanti ne vuoi. Lascio ricordi? Probabilmente. Non tutti positivi, a quanto pare. Ma forse molti sì. Lascio tante cose che non ho imparato, ed altre che ho imparato. Lascio l'immagine di me che ognuno ha in sé, nessuna di queste veramente me fino in fondo, a parte per alcune persone dotate di un cuore col quale vedere cosa c'è veramente dietro i sorrisi, le parole, i gesti.
E poi? Che altro lascio?
Lascio un bimbo adottato in Congo. Lascio il mio anno di servizio civile. Lascio i miei genitori, loro sì che non se ne farebbero una ragione. Lascio le mie chitarre. Lascio questa cazzo di malinconia, nella quale sembro caduto fin da piccolo, senza possibilità di recupero. Lascio la musica. Lascio il mio cuore romantico, visto che oramai viene visto dai più come un inutile orpello seicentesco.
Il giovane vecchio uomo guarda la brace della sigaretta illuminarsi nel buio per via di una ventata.
Ma se lascio tutte queste cose, poi, cosa trovo? La pace? La felicità?
Cos'é la felicità? Qualcosa che non conosco da tempo. E se non la conosco come faccio ad essere sicuro che quella che chiamo felicità lo sia poi veramente?
Il giovane vecchio uomo riflette sulla tipologia di erba che deve incidentalmente esser finita nella Lucky.
Quindi, riprende, so cosa lascio, non so cosa trovo. Quindi (e due!) non devo obbligare me stesso a lasciare. Quindi (e tre!) evidentemente quello che ho mi sta bene.
Giusto?
Sbagliato.
Perché ho 32 anni e soltanto ora ho capito cosa vuol dire aver vicino qualcuno che ti dimostra coi fatti di volerti bene, e qualcuno che invece dice solo di volertene. Perché ho 32 anni e non cambierò il mondo, mentre invece il mondo ha già cambiato me.
Perché ho 32 anni e sono ancora dietro ai sogni come un bambino. Amore. Parola che si confonde a volte con sogno, a volte con ricordo, a volte con sofferenza. E con felicità? A volte. Mai quanto vorresti o come vorresti.
Amare è come inseguire l'arcobaleno. Tu vai nella sua direzione e lui... beffardo, si sposta. Si allontana. Finchè il sole va via e ricomincia a piovere, lasciandoti come un pirla sotto il diluvio. Lasciandoti con acqua che riga il volto, nascondendo le lacrime.
Lasciare o non lasciare. Trovare un senso. Trovare qualcuno a cui raccontare un senso. Avere qualcuno che questo senso lo condivide.
Un cuore con meno cicatrici batterebbe meglio, pensa il giovane vecchio. Che d'improvviso, si alza in piedi. Davanti a lui una scarpata. Sotto i piedi il terreno cedevole.
Forse il succo è questo. Siamo tutti in bilico, equilibristi sul filo del rasoio che si barcamenano tra una ragione o l'altra per sbilanciarsi ora da una, ora dall'altra parte.
E proprio in quel momento una ventata insolitamente forte sbilancia il giovane vecchio, che cade.
Ognuno decida da quale parte, se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, se siete ottimisti o fatalisti, positivi o negativi.
Io lo so da che parte sto cadendo. Dalla parte dell'arcobaleno.
Commenti
C' è una notte senza sonno, c' è una terrazza e, boia lei, c' è la solita sigaretta. C' è un' età che ti spinge a riflettere su cos' hai combinato finora, e prega di aver qualcosa su cui riflettere, altrimenti ti ritroverai a valutare molto seriamente se sia il caso di darti un' altra chance o meno. C' è un mondo che si fa distante se non ostile, e l' unico rifugio è nel buio che avvolge e nasconde. C' è una faccia da salvare, un sorriso da sfoggiare, che nessuno si accorga che basterebbe tanto così a far crollare tutta l' impalcatura.
E poi c' è una vita strana. Che ammazza i sogni affogandoli nei compromessi. E quando invece ha dei regali per te, te li fa tutti insieme, come quando il giorno del tuo compleanno ti sfodera in rapida successione un' eclissi solare totale e due, non uno, due arcobaleni, uno sopra l' altro. Mai più vista una roba del genere.
C' è una natura beffarda che ti fa desiderare qualcosa che sembra irraggiungibile. Dicono che la natura non faccia niente a caso. Quindi la felicità può darsi sia come la fame. Che se la necessità la senti, da qualche parte il modo di soddisfarla dev' esserci.
@ Barone: bentornato! Ottima interpretazione anche la tua... ;)