articolo di Tuttosport di oggi, integrato da commenti miei
Estate 2006 e lo scudetto degli onesti.
Onesti?
Onesti????
Secondo Massimo Moratti, l'Inter "si è sempre comportata rispettando le regole". E' un falso ideologico, storico, burocratico e dopo quattro anni la verità sta uscendo, finalmente.
Per cucirsi addosso lo "scudetto degli onesti" bisognava essere sicuri di non avere proprio neppure una macchiolina nel proprio passato, che dovrebbe essere limpido per meritarselo.
Alla luce dei nuovi elementi (le intercettazioni emerse nel corso del dibattimento al processo di Napoli) è sotto gli occhi di tutte le persone dotate di un cavolo di cervello come sia possibile imputare all’Inter atteggiamenti e comportamenti analoghi a quelli per i quali quello scudetto fu revocato alla Juventus. Gravi o meno gravi, le telefonate dei dirigenti dell’Inter ai designatori arbitrali ci sono, così come le pressioni sugli arbitri e una familiarità nei confronti di quel mondo che ha rappresentato una delle imputazioni nei confronti di Moggi e la Juventus.
Fra le regole non ce n’è una che contempli l’ingresso nello spogliatoio dell’arbitro prima di una partita per esercitare una pressione psicologica affinché il direttore di gara sappia che «avere 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte è un "grande score per l’Inter" (vedi la telefonata Bertini-Bergamo del 12 maggio 2005). Così come suggerire di “modulare” il sorteggio per far uscire Collina arbitro di Inter-Juventus, inserendo nell’urna due arbitri impossibilitati dall’arbitrare quel match (vedi la Facchetti-Mazzei del 25 novembre 2004). Così come chiedere al designatore arbitrale di "predisporre bene" un direttore di gara in vista di una partita dell’Inter (vedi la Bergamo-Facchetti del 9 gennaio 2005). Gli esempi potrebbero continuare e, d’altronde, lo stesso procuratore federale Stefano Palazzi se ne potrà fare un’idea molto precisa, leggendo le trascrizioni periziate delle intercettazioni acquisite come nuove prove al processo di Napoli (che ripartirà il 1° ottobre): 140 telefonate di cui 40 coinvolgono l’Inter (interessante a proposito il documento di Ju29ro.com dal titolo “L’Informativa che non c’è”).
Nel 2006, quando lo scudetto venne tolto alla Juventus e riassegnato all’Inter un mese dopo, quelle telefonate c’erano. Ma non erano state prese in considerazione dagli inquirenti e quindi non erano a disposizione della Giustizia Sportiva, né sotto forma di trascrizioni e neppure come brogliacci (i “riassunti” delle intercettazioni). Ora che sono diventate di pubblico dominio, quell’assegnazione stride con una realtà diversa e uno scenario che la Juventus, nell’esposto con cui ha sensibilizzato la Figc sull’argomento, ha definito: "Fitta rete di contatti tra esponenti della società beneficiata dell’assegnazione a tavolino dello scudetto 2006 e tesserati del settore arbitrale. Tali contatti rappresentano, secondo i criteri adottati dalla Procura Federale nel giudizio a carico della Juventus, la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza (art. 1)".
E poi ancora un'altra cosa di cui pochi sono informati: nel 2006 il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi, chiese un parere consultivo a “tre saggi” (l’avvocato Gehrard Aigner, e i giuristi Massimo Coccia e Roberto Pardolesi) sul quale appoggiare la sua decisione di assegnare lo scudetto appena tolto alla Juventus e nel frattempo richiesto a gran voce dall’Inter. E i tre saggi espressero in cinque cartelle molto tecniche una sostanziale approvazione dell’idea, ma con un distinguo assai scettico. Nel famoso comma 20 del punto quarto si dice espressamente che "alla luce di criteri di ragionevolezza e di etica sportiva" si avessero dei dubbi sul fatto che le irregolarità o i comportamenti poco limpidi siano stati più diffusi e commessi anche da squadre non sanzionate, quindi secondo loro si sarebbe dovuto procedere con la non assegnazione del titolo.
Guido Rossi, che ricordiamo tanto imparziale non è essendo stato membro del c.d.a. dell'Inter tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000, nonchè ex presidente della Telecom (ovvero Tronchetti Provera, ovvero ancora Inter...), evidentemente, non aveva di questi dubbi. Lo si può giustificare aggiungendo che non aveva a disposizione neppure le nuove telefonate. Nonostante Paolo Bergamo le avesse menzionate nel suo interrogatorio davanti al procuratore Francesco Saverio Borrelli che indagò allora: "Non ho mai negato di parlare di griglia e di designazioni arbitrali e non solo con Moggi, ma anche con altri dirigenti e, tra gli altri: Facchetti [pace all'anima sua, ma questo agli interisti dà un gran fastidio, ndr], Meani, Capello, Sacchi", disse l’8 giugno 2006. Ma ora quelle telefonate ci sono e stanno per finire nelle mani della Procura Federale, che le dovrà esaminare ed eventualmente approfondire con interrogatori e mettere in condizioni la Figc di prendere una decisione su quella assegnazione, che ora appare incongruente con i prinicipi che la stabilirono.
Ricordo che la Juve venne mandata in serie B sulla base di presunti illeciti solo a lei ascrivibili, e scippata di due titoli vinti sul campo.
Ricordo che la Juve sta ancora scrollandosi di dosso le ceneri di questo che è stato un vero e proprio sopruso ordito dalla Internazionale Footbal Cazzo di Club.
La gente deve sapere qual è la veità, dopo essersi riempiti la pancia delle mezze verità merdazzurre.
Non c'era un sistema-Moggi.
C'era un sistema "Calcio in Italia" del quale TUTTI facevano parte, e del quale solo UNA è stata punita.
Commenti
anche il milan ha preso la sua squalifica di 30 punti. e così la lazio. lo scudetto è stato assegnato all'inter che era arrivata terza e non a noi che siamo arrivati secondi.
non solo, ma milan, lazio e fiorentina hanno subito una penalizzazione anche per l'anno successivo, quello dello scudetto "senza rivali" vinto dall'inter.
ma il vero errore è stato proprio quello di assegnare lo scudetto di cartone! io l'avrei annullato e basta, come quello dell'anno prima!
comunque sia la juve è quella che aveva più colpe e che aveva inventato un sistema di tipo mafioso. giusto così. e poi le regole della giustizia sportiva dicono "piazzamento all'ultimo posto del campionato di una categoria inferiore". quindi la juve doveva andare in C1. e visto che siamo in italia ha avuto un ottimo sconto.
peccato che non abbiano punito anche l'inter, che di fatto è stata l'unica a guadagnarci qualcosa.
1. La politica tutta, con in testa Prodi e la Melandri, avrebbe dovuto lasciare completa autonomia al Coni e non affrettarsi a proporre nomi come Letta, o suggerire quello di Guido Rossi. "Un avvocato d’affari e non di sport, un consigliere dell’Inter: questo dà l’idea di quello che c’era dietro. Siamo un Paese assurdo", ha detto anche recentemente Ostellino a ilsussidiario.net.
2. 2. Petrucci, gran capo del Coni, avrebbe dovuto scegliere un commissario straordinario al di sopra di ogni sospetto e di ogni possibile critica, quanto ad appartenenza ad una "fede calcistica". Quindi, andava scelta una qualsiasi personalità del campo calcistico, o giuridico, ma non legata all'Inter, alla Roma, o al Messina, ovvero le squadre che avrebbero tratto giovamento dai giudizi sportivi da prendere. Petrucci stesso non fu esente da critiche e sospetti nel 2001, quando era commissario straordinario della FIGC, dopo essere stato in precedenza dirigente della Roma, e venne deciso di cambiare la norma sul numero degli extracomunitari schierabili in campo, modificando le regole di partenza, a poche giornate dalla fine del campionato e alla vigilia di Juventus-Roma decisiva per lo scudetto. La Roma su quella variazione ci vinse lo scudetto. Fu scelto Guido Rossi, che la Gazzetta dello Sport, portabandiera del plotone mediatico, salutò con un articolo di Nicola Cecere dal titolo che parlava da solo:
"Al potere un vero tifoso interista che evita il caffè al bar bianconero". Sottotitolo: Per quattro anni nel consiglio nerazzurro. Moratti: «Ottima scelta».
Il magistrato a capo di "Mani pulite", la "superpoliziotta" Falcicchia, e uno in gamba come D'Andrea, non hanno notato che nelle informative di Auricchio c'erano evidenti tracce per allargare le indagini a chi stava "sfuggendo" alla valutazione della giustizia sportiva?
Nelle informative, ad esempio, è riportata la telefonata 490 dell’8 febbraio 2004, nella quale Bergamo informa la Fazi: "Stamani due so' venuti, Cinquini del Parma e Spinelli del Livorno […] e dice no, non danneggiate il Parma", e la telefonata 26618 del 10 febbraio 2005, nella quale Bergamo dice di Pairetto: "Gigi è amico intimo di Governato, che è il consulente di Corioni! E che gli ha fa… e che Governato gli ha fatto fa' delle cose".
Nelle informative erano "sfuggite" tracce dell'Inter, in una telefonata Bergamo-Fazi dove si parla di una cena a casa Bergamo alla quale parteciperà Facchetti, e in un'altra dove Bergamo riferisce alla Fazi il contenuto di una telefonata avuta con Moratti. Sono cose che hanno notato subito i tifosi dei forum, appena le informative sono state pubblicate sul web, ed è impensabile che siano sfuggite ai segugi dell'ufficio Indagini della FIGC. Infatti, Borrelli a giugno 2006 chiuse la sua relazione a Palazzi scrivendo: "i plurimi filoni investigativi che sin da ora emergono e che vieppiù emergeranno nel prosieguo non permettono di ritenere conclusa l’opera di individuazione delle responsabilità eventualmente attribuibili ad altre società e ad altre persone fisiche". Ma Borrelli, a maggior ragione dopo aver rilevato queste tracce di squadre che la stavano facendo franca, avrebbe dovuto chiedere ai pm di Napoli un elaborato a compendio delle informative redatte per la giustizia penale. Lo ha fatto?
Borrelli è rimasto al suo posto, all'Ufficio Indagini, fino all'aprile 2007, ma non ha seguito quella pista che "emergeva" e che lui stesso aveva segnalato.
7. Il processo sportivo andava celebrato con tutti i gradi di giudizio previsti e dal suo "giudice naturale", cosa che non avvenne. Soprattutto, non doveva essere ispirato dal "sentimento popolare", come ammesso dal giudice Mario Serio, e attenendosi a quanto previsto dal regolamento in vigore, senza aggiunte ed introduzioni posticce, come ammesso ancora il 10 gennaio 2010, da Piero Sandulli a Tuttosport: "Non so se è penalmente rilevante quel tipo di frequentazione di Moggi, ma è violazione dell’articolo 1. E l’illecito associativo che non esisteva, era una falla nel sistema giuridico, è stato da noi introdotto. L’esempio resta quello di sempre: andare in giro senza cravatta non è illecito, ma nel circolo della caccia, se accetti la sua clausola compromissoria e il regolamento lo vieta, sei sanzionato. Punimmo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudini, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica".
Fosse andata come doveva andare sul banco degli imputati avremmo avuto sicuramente anche l'Inter, come disse Giraudo al processo sportivo nei pochi minuti concessi per difendersi: "In quest'aula manca una società che ha patteggiato per il caso passaporti. E poi c'è stato il problema delle fidejussioni taroccate: si è visto di tutto, dai Rolex a quant'altro. In questo quadro è capitato che a quattro giornate dalla fine del campionato siano state cambiate le norme sugli extracomunitari e lo stesso atteggiamento di Collina a Perugia era fuori dalla normale prassi. Quello del calcio era un ambiente borderline in cui ognuno doveva tutelarsi, difendersi e stare molto attento a ciò che avveniva intorno". Oggi che conosciamo i contenuti delle telefonate fatte in quel periodo possiamo dire che l'Inter avrebbe dovuto esserci in quell'aula. Ci saremmo risparmiati la retorica degli unici "onesti" del globo terracqueo, gente che lancia strali e giudica gli altri, anche oggi che la loro autocertificazione di onestà vale quanto il passaporto taroccato di Recoba.
Non scriviamo che, fosse andata come doveva andare, non avremmo assistito allo scempio dello scudetto di cartone, perché per quello bastava che Guido Rossi leggesse la Gazzetta del 26 maggio 2006, in piena Farsopoli, per scoprire a pagina 12, che Oriali e Recoba avevano ammesso le loro colpe davanti ad un tribunale ordinario, e tanto bastava per non conferire patenti di eticità e scudetto di cartone. Di sicuro la FIGC avrebbe evitato l'odio che è nato tra due grandi e numerose tifoserie.
Fosse andata come doveva andare, forse, sul banco degli imputati ci sarebbero state anche altre squadre e, se una di queste che finì nel campionato 2006-07 appena un punto sopra il Chievo avesse subito anche solo due punti di penalizzazione, il Chievo si sarebbe salvato evitando un danno economico. Ma Campedelli non protesta e non chiede i danni come fa il Brescia, o Gazzoni Frascara.
Fosse andata come doveva andare, il campionato 2006-07 non sarebbe stato falsato dal mancato giudizio della giustizia sportiva su società e dirigenti che sono emersi come protagonisti di violazioni del regolamento del "circolo della caccia" FIGC solo grazie alla tenacia ed ai soldi di un imputato, Luciano Moggi, senza nessun merito di altri che parlano e straparlano di giustizia sportiva, e senza nessun merito del Superprocuratore Palazzi, che quegli atti poteva richiederli in forma completa dal 2007, quando la FIGC si è costituita parte civile nel processo ordinario.
Perché andasse come doveva andare bastava una semplicissima informativa di poche pagine, che era possibile realizzare in poche ore per chi aveva ascoltato TUTTE le telefonate e sapeva dove trovarle. Proveremo a scriverla noi questa ipotetica simil-informativa (prossima pubblicazione, ndr), riportando solo le cose realmente ascoltate nelle intercettazioni, e rifacendoci al metodo adottato da Auricchio nella valutazione dei fatti e nella compilazione delle informative.
Quanto serve al Super Palazzi per ascoltare poche telefonate, trascriverle come abbiamo fatto noi, e dare un simile elaborato ad Abete perché quello scudetto di cartone sia revocato subito, iniziando a rimediare, solo in parte, ad una giustizia sportiva "parziale", che ha giudicato solo alcuni e non tutti nell'estate 2006?
E hanno il coraggio di chiamarla ancora Calciopoli. Calciopoli 1 e 2, come se non fosse uno solo il periodo in esame, come se le cose fossero diverse. Come se non fosse Farsopoli.
Peccato che tu sia "Anonimo"! :-)