
Come al solito arriva il temporale. Proprio quando te ne vorresti stare calmo sotto le lenzuola iniziano a sbattere le porte, danzano le tende come nuvole di fumo, e la pioggia - o per lo meno una sua obesa versione - inizia a tamburellare sulla tua tapparella abbassata. Il profumo è ottimo, la compagnia del cuscino pure. Sta lì, non si lamenta, offre tutta la sua morbidezza con l'evidente vantaggio di non avere Mastrota sullo sfondo. Manca qualcosa, manca qualcuno, un bipede senziente dal tepore indicato in una serata come questa, ma sai anche che in un certo senso il fatto di essere da solo ti permette anche di accendere il telefono e buttar giù due righe astruse senza dar noia a nessuno. E se sono le 3 di notte poco male, anche perché mica ti viene a controllare l'Ente Nazionale Protezione del Sonno. Non ci sono multe per i nottambuli, solo un'ampia collezione di occhiaie da sfoggiare il giorno dopo, ma se le occhiaie le sai portare con disinvoltura.. che ti frega? Stavo sognando, prima che il temporale svegliasse me e la sirena di un antifurto poco distante da casa mia. O molto distante, non cambia, il silenzio delle 3 di notte amplifica i suoni, e il vento li porta un po' dove gli pare. Sognavo, dicevo, di essere un astronauta e di vedere nuovi mondi nell'universo, nuove colonie umane tutte sfigatissime come quella attuale, tutte pericolosamente inclini all'autodistruzione, alla perversione e all'onanismo intellettuale (la famosa, e più prosaica, "sega mentale"). Nulla di nuovo sotto il sole, quindi, che sia pure Alfa Centauri. E allora che diavolo di sogno era? Un sogno senza fantasia è come un pesto alla genovese senza basilico, che non sa ne di me ne di te, stinfio fino all'ultimo boccone. Chiederei gentilmente a chi gestisce queste cose, il quattordicesmo neurone della quinta fila a sinistra dell'ipotalamo (ne ho pochi, li conosco per nome, lui prima faceva il commesso alla Upim ma poi c'è stata una contrazione nel mercato e si è trovato a spasso, allora mi pareva brutto lasciarlo lì a putrefarsi al margine della società, voglio dire, se esiste uno come Corona - l'unica scimmia che articola suoni comprensibili all'orecchio umano - allora lui può farmi tranquillamente da neurone), ecco gli chiederei di non interpretare la vita come un codice a barre, come una replica di se stessi all'infinito, ma di dargli quel briciolo di divinità che c'è rimasto e quella grande unicità che ci distingue dai cardi o dalle pastinache: la fantasia. 3:15, è il caso che dorma, neurone lavora bene se no ti mando veramente a portar le borse a Corona anzi no, ti mando a portarle a Lele Mora, e poi voglio proprio vedere che ti succede quando ti chini a raccoglierle.
Commenti
A saperlo, che c'era un altro non non disturbava l'ente protezione del sonno, si sarebbero scritte 4 righe in compagnia..!
Vale
sì...
magari...