
La televisione digitale terrestre (abbreviamola in TDT), questa sconosciuta. Vediamo di capirci qualcosina di più insieme, volete?
Iniziamo col dire cosa succede: succede che il mondo si modernizza, e le emissioni nell'etere passano dall'analogico al digitale. Ovvero la nostra brava antenna invece di raccogliere delle onde radio che hanno un loro "peso" in termini di informazioni, raccoglierà tutta una serie di "1" e "0" che verranno convertiti in immagine, suoni, e anche interattività da un apparecchio chiamato "decoder", cioè colui che "decodifica" questa sequenza binaria (gli 1 e 0) e li converte in Gerry Scotty che spara cazzate, o nella Marcuzzi e il suo bifidus.
I vantaggi che questa tecnologia comporta, non sono soltanto in questa cosa che - apparentemente - è una complicazione rispetto a prima. Gli 1 e gli 0, rispetto all'onda radio, "occupano" fino ad un quinto dell'etere. Questo vuole dire che, mediamente, potremo godere di un numero di canali quintuplicato rispetto ad ora, con un impatto identico in termini di sfruttamento delle strutture esistenti ed anzi, produrrà minore inquinamento elettromagnetico. Inoltre il TDT potrà veicolare immagini qualitativamente superiori, già predisposte in 16:9 (che, per chi non lo sapesse, sono le proporzioni dello schermo cinematografico, più largo della tv che invece è 4:3) e dalla qualità simile a quella dei DVD commerciali. Quarto vantaggio sarà l'interattività, che i fruitori della tv via satellite conoscono già da tempo. Ad esempio, per un film potrebbe esserci l'opzione dei sottotitoli, o della lingua madre, oppure per un evento sportivo o musicale potremmo sperimentare il multi-angle, e gestire noi le inquadrature dell'evento.
Sembra bello, come faccio?
L'impatto "sociale" sembra minimo. Basta l'acquisto del decoder, di cui parlavamo poc'anzi. Ce ne sono di diversi tipi, ma sono divisi in quattro macrocategorie: normali e interattivi, con o senza smart card. La prima distinzione è lampante: il normale è un po' come comprare un'auto senza optional. Per andare va, ma ci si perde qualche comfort per strada. L'interattivo è un'auto con gli optional, quindi ci divertiamo già di più. Se lo prendiamo poi con la predisposizione per la smart card, nel caso in cui volessimo acquistare i pacchetti a pagamento, non obbligatori e non indispensabili per la visione delle reti Rai e Mediaset, siamo già un passo avanti.
Altra opzione è quella di cambiare il televisore e prenderlo con un decoder già incorporato. Ovviamente, è la soluzione più costosa, ma permetterebbe di svecchiare il parco tv nazionale che - che ci crediate o no - conta ancora molto su apparecchi che hanno da 10 anni in su.
E Mediaset Premium? Voglio continuare a vedere Beautiful!
Cara casalinga di Voghera, qui c'è secondo me un piccolo inghippo. Mediaset Premium è semplicemente un'offerta che fa il gruppo Mediaset per offrire un set di canali particolari normalmente indisponibile per chi non ha il satellite al momento. Le dirette calcistiche, Cartoon Network, canali tematici sono solo alcuni esempi di quello che si può trovare. Però Mediaset pubblicizza molto questo pacchetto digitale, e non è che si affretta a specificare tanto che non è indispensabile per godersi i classici Rete 4, Italia 1 e Canale 5. Non dice una balla, ma omette di specificare... non si sa mai, qualcuno che sia convinto che Premium sia indispensabile, e si trova un 40 euro al mese per una cosa che manco gli serve.
Ricordo che Rai, Mediaset e Telecom Italia Media hanno sottoscritto un accordo chiamato "Tivù" (che fantasia...), un progetto con cui le tre aziende si impegnano a fornire nuovi contenuti gratuiti su piattaforma digitale.
Ma è tutto così rose e fiori?
Risposta breve? No. Di problemi ce n'è a valanga. Risposta lunga, eccola.
Problema 1: acquisto del decoder.
Oltre che un costo in termini economici questo costituisce una difficoltà pratica per le persone che, come molti anziani, non hanno dimestichezza con la tecnologia: l'uso di una nuova televisione richiede un cambiamento di abitudini consolidate e l'uso di un decoder implica anche un telecomando in più. Gli incentivi statali ci sono, ma sono ben delimitati entro alcuni "paletti", che trovate qui a questo indirizzo, e sono di massimo 50€ per decoder che sovente costano più di 100.
Problema 2: quanti decoder e quanti televisori?
Non è del tutto vero che ci vuole un decoder per ogni televisore: più correttamente, ci vuole un decoder per ogni apparecchio che volete sintonizzare indipendentemente sui canali digitali. Per esempio, se avete un televisore e un videoregistratore, potete usarli separatamente con i canali digitali soltanto se avete due decoder: uno per il televisore e uno per il videoregistratore. Se installate un solo decoder, non potrete guardare un canale digitale e registrarne un altro. Per contro, se volete vedere lo stesso canale digitale su due o più televisori oppure volete registrare il canale digitale che state guardando, potete condividere un solo decoder fra più apparecchi: è sufficiente collegarlo in modo che il suo segnale sia ricevuto da tutti i televisori e videoregistratori, tramite gli appositi cavi o mini-ripetitori reperibili nei negozi. E questi sono ovviamente costi aggiuntivi...
Problema 3: nessuna modifica all'impianto?
Molte antenne e impianti, specialmente quelli meno recenti o non eseguiti a regola d'arte, che hanno comunque una resa più che accettabile con l'attuale sistema analogico, potrebbero non funzionare affatto con i segnali digitali. Secondo un articolo della rivista Focus di febbraio 2004, "non più del 10% di tutte le antenne d'Italia" sarebbe adatto al digitale senza modifiche. Forse è un dato eccessivamente allarmistico, ma si stima in media un 20-30% (fonte: "Libro bianco dell'Agcom sul digitale terrestre", pagina 17) di antenne da rimettere in sesto. Questo perchè la caratteristica delle trasmissioni digitali è infatti che sono "tutto o niente": o il segnale è sufficiente, e quindi si riceve l'immagine, oppure è insufficiente, e allora l'immagine non c'è affatto. Non avremo più trasmissioni "disturbate" da righe, puntini, "neve", pallini. No, non avremo proprio niente. Per una dimostrazione pratica, provate a consultare il Televideo, che è una forma primitiva di trasmissione digitale: se ricevete qualche lettera sbagliata, è sintomo che il vostro impianto d'antenna ha probabilmente bisogno di una profonda revisione prima di essere pronto per il segnale della televisione digitale terrestre, in cui quella lettera sbagliata diventerebbe una porzione d'immagine o di audio mancante.
Problema 4: impatto ecologico.
Secondo un articolo del Sole 24 Ore (che trovate qui, mi piace sempre citare le fonti), per un ipotetico nucleo famigliare dotato di - diciamo - due decoder questo si traduce in un consumo di 87,6 kWh/anno (circa 20 €/anno secondo le tariffe tipiche), tenendo poi presente l'elevato numero di persone che si sono dotate o si doteranno di decoder si ottiene che il quantitativo di corrente elettrica sprecato nella sola Italia è dell'ordine del megawatt. Questo problema andrà a sparire mano a mano che l'obsolescenza tecnologica spingerà gli utenti a sostituire le vecchie televisioni con nuove televisioni dotate di decoder digitale integrato che quindi renderanno inutile la presenza del decoder esterno. Ma nel frattempo...
Problema 5: obsolescenza e scarsa capillarità.
Fra i decoder attuali quelli cosiddetti interattivi, usano connessioni a 56k per la creazione del canale di ritorno. Queste connessioni sono comunemente considerate preistoriche, e sono usate per l'accesso ad internet solo in assenza di alternative o in casi particolari: sono lente (meno di 50 kb/s in trasmissione), occupano la linea telefonica ed espongono al rischio di truffe "da 899".
Inoltre essendo l'infrastruttura per il digitale terrestre in fase di realizzazione, la copertura del territorio può non essere completa ed affidabile. In Italia per esempio essa è tutt'altro che completa e molte zone sono soggette a temporanee perdite di segnale o ricezione corrotta, soprattutto in caso di pioggia. Queste problematiche di ricezione sono chiaramente destinate a sparire con il tempo. Ma nel frattempo vi tocca consultare questo sito... e, sempre nel frattempo, pagate: quel bell'aumento del canone che la Rai ha imposto nel 2008, a cosa credete che fosse da imputare?
Questi sono i fatti. Io sono felice con il satellite, l'offerta è ricca e "modulabile". Se voi volete passare al digitale terrestre cercate prima sui forum, in internet, l'esperienza della Sardegna, prima regione italiana "all-TDT"... ma la transizione non sarà certo indolore né per noi, né per la nostra tasca.
Commenti
Non cambia il metodo, anche se cambia il governo. Posticipare la transizione. E questo trend è assolutamente europeo. Non c'è tanto da stappare le bottiglie, perchè gli italiani associano i costi secchi alle figure di governo, e associare una figura ad una spesa non è mai bello. Silvio, così attento all'immagine, una patatona bollente così non avrebbe mai voluto gestirla secondo me...
sei sicuro che Prodi o chi per lui non avrebbe fatto lo stesso?
Silvio è un imprenditore... se c'è un'opportunità di guadagno, la fa sua. Ha ragione lui.
In Mediaset ci è entrato nel '90 con la legge mammì, in Solari.com nel 2004-2005... l'operazione come vedi è normalmente commerciale.
Non è ora di iniziare a pensare che chi ci governa lo inizi a fare per il paese e non per un proprio tornaconto? Fare paragoni con il passato non fa che rimanere attaccati ad esso. Un paese civile guarda avanti.
"Silvio è un imprenditore... se c'è un'opportunità di guadagno, la fa sua. Ha ragione lui."
E questa è la dimostrazione che l'italiano medio lo vota perchè è invidioso della sua posizione e soprattutto che al suo posto farebbe esattamente come lui, cioè i suoi interessi mettendolo in culo agli altri.
evviva history channel e skysport24!!!
e che si fotta la RAI intera!!!
non avrete MAI i miei soldi del canone LADRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII