Il casco ti salva la vita...


A proposito di casco (vedi post precedente), e di tutto quanto successo a Massa 10 giorni fa, ci dedichiamo al grande protagonista delle ultime settimane: il casco dei piloti di F1.
Il regolamento FIA 8860-2004, ne ha stabilito i criteri ed i nuovi caschi omologati prodotti dai tre maggiori fornitori, Arai, Bell e Schuberth, nel 2004 sono stati resi obbligatori dal World Motor Sport Council.
La composizione esatta dei caschi è un segreto, ma qualcosa è reso pubblico: la parte esterna rigida è composta da due strati, generalmente da resina fibrorinforzata e da fibra di carbonio, sotto c'è uno strato di aramide (usato in molti giubbotti antiproiettile) ed un altro strato molto più spesso di polietilene coperto con materiale ignifugo usato anche nelle tute dei piloti stessi.
Nella composizione generale ci sono anche piccole quantità di alluminio, magnesio e resina epossidica usata come unificante.
La costruzione di un casco parte da una replica esatta della testa del pilota che è poi avvolta da 120 strati di carbonio ad alta performance per assicurarne un fit perfetto (circa 16mila km di fibra di carbonio...). Ogni singolo strato è poi fuso insieme con uno speciale processo che lo indurisce ad alta pressione ad una temperatura costante di 132 gradi. Le parti soggette a carichi molto pesanti sono ulteriormente rinforzate con materiali tipo alluminio o titanio.
Uno speciale filtro anteriore pulisce l'aria da particelle di benzina, olio e altri materiali e garantisce la sicurezza di respirazione del pilota.
La visiera è composta da uno strato di policarbonato chiaro, sviluppato ad hoc, che permette un'ottima visibilità, resistenza alle fiamme e protezione dagli impatti. Sulla visiera inoltre ci sono vari strati trasparenti che il pilota può strappare nel caso in cui si sporchino.
I test sui caschi vengono condotti in un laboratorio ad hoc in Inghilterra. Inseriti su una "testa", i caschi sono dotati di sensori che misurano la decelerazione e per replicare un impatto, sono fatti cadere dall'alto su superfici piatte, angoli, ecc. La torre da cui sono gettati arriva a 15,5m e permette una accelerazione degli oggetti (tramite la forza di gravità) che raggiunge i 63 km/h.
Secondo il regolamento della FIA, un casco di F1 deve sopportare un impatto di 34,2 km/h e a questa velocità i sensori non devono mai mostrare una decelerazione superiore ai 300 G e 225 joules di energia devono essere dissipati.
Ogni casco deve poi superare un test con il fuoco - ogni casco è sottoposto ad una fiamma da 800°C per 45 secondi e la temperatura interna non deve oltrepassare i 70°C.
La forza di protezione della visiera invece è valutata con il segno lasciato da proiettili sparati contro di essa a 500 km/h, che non può superare i 2,5mm.

E' anche grazie a tutto questo che possiamo parlare di Felipe Massa al presente, non al passato...

Commenti

tito ha detto…
PIù LO RIVEDO, PIù CI RIPENSO, PIù HO I BIRIVIDI E MI RENDO CONTO CHE AVREMMO POTUTO PERDERE UN CAMPIONE!
che bella la tecnologia!
ginetorz ha detto…
http://www.pegasus83.com/public/ayrton/casco-senna-01.jpg

in questo link potete vedere il casco del mitico ayrton senna subito dopo il tragico incidente di imola in cui perse la vita nel 1994: appena ho visto il casco di felipe mi è tornato in mente il casco di senna, e secondo me i danni sono molto simili, meno male che le conseguenze no...