
Va bene, bravo! Niente da dire su Jenson Button. Fa ciò che è richiesto ad un pilota sopra una macchina vincente. In aggiunta ha la faccia da copertina, un carattere decente, una educazione sufficiente e un padre molto diverso dal babbo di Hamilton. Poi i numeri, numeri da fenomeno.
Però, andiamoci piano, dai, nonostante la velocità media. Non tiriamo in ballo, esempio, Jim Clark, un signore capace di fare ciò che fa Button anche con i pattini a rotelle, il carrellotto e lo
slittino. E non tiriamo in ballo nemmeno Schumacher, un signore che aveva la capacità di trasformare - con un metodo di lavoro che Jenson sogna - uno slittino in un bob a quattro. Piuttosto questa gara turca ha segnalato dell’altro.
Punto primo: Vettel è ancora acerbo. Non in grado di lottare per un titolo mondiale. Troppi errori in una situazione in cui ogni errore costa troppo, vista la stoffa Brawn. Tanto è vero che Webber fa meglio di lui da tre gare.
Punto secondo: se dalla battaglia togli Alonso, togli Hamilton, togli Massa, togli Raikkonen e togli Kubica, viene in mente lo spot in cui si spiega come sia possibile “vincere facile”. C’è una sola macchina in grado di tentare un contrasto alla Brawn. A guidarla c’è un ragazzino molto dotato ma non abbastanza e un onesto profes- sionista australiano. Poi ci sarebbe la seconda Brawn. Ma a guidarla c’è Barrichello, un compagno che tutti vorrebbero avere.
Quindi, bravo Jenson. Ma questo, con tutto il rispetto, è un mondiale di serie B.
(articolo di Giorgio Terruzzi, che sposo in pieno...)
Commenti
l'unico pisolino della mia domenica pomeriggio, l'ho fatto davanti al gp di f1.
Non mi succede così di certo nelle domeniche di motomondiale, quando mi sveglio alle 10 per guardare una 125 che non è mai stata così aperta, una 250 da urlo e da cardiopalma e la motogp che regala sempre emozioni