
15 anni che non sei più tra di noi. Te ne sei andato solo ieri, sembra. E invece quando è successo avevo la stessa età che ora mi separa dalla tua morte.
Non dirò che te ne sei andato da leader, come avresti voluto... perchè credo che dietro all'ipocrisia di questa frase si celi il fatto che non credo tu volessi morire. Forse te lo aspettavi, come dicesti a tua sorella il giorno prima, piangendo il collega Roland Ratzemberger morto soltanto una curva più in là di dove saresti morto tu in quella domenica maledetta.
E in questo 2009 in cui la Formula Uno è quel che è, tu rimani - per chi ti ha visto veramente nascere, crescere e morire pilota - uno dei più grandi campioni di sempre.
Mi sono avvicinato veramente alla Formula Uno quando tu eri un pochino appannato, alle prese con una McLaren non più dominante, in preda più ai suoi fantasmi che alla Williams pigliatutto che con Mansell e Prost ti rubarono la scena. E fu proprio lì che decidesti di andare, nel 94. Per vincere il tuo quarto titolo mondiale. Alla terza gara, Imola, eri primo e cercavi il riscatto. E poi... il buio.
Piansi quel giorno perchè capii chi eri, e cosa potesse voler dire voler bene a qualcuno che nemmeno conosci, con cui non hai mai parlato, e che non conosce te. Ma tu eri Magic... quello che volava a Donington sotto la pioggia... quello che metteva il dito sotto al naso di un giovanissimo Schumacher che aveva "osato" buttarti fuori pista... quello che aveva una fondazione umanitaria per i bambini in Brasile.
Immagino che sarà bello, per te, poter correre ora, dovunque tu sia, assieme a Gilles, Ascari, Rindt, Peterson, Paletti, De Angelis, e tanti (troppi?) che ci hanno lasciato per inseguire un sogno che ha il profumo della benzina, e il colore dell'asfalto.
Adeus Ayrton.
Obrigado e... você ganha de novo para nós.
Commenti
Nel CUORE di tutti noi!
e non potrò MAI dimenticare quello che ho provato...
vederlo sfilare dopo il rettilineo d'arrivo, a tutta velocità, su una macchina che era un'astronave rispetto alle altre macchine...
e poi non vederlo sfilare più.
vedere un elicottero, un'ambulanza, la gente che piangeva disperata...
davvero incredibile...
il destino crudele che immortala un campione, che sarebbe stato immortale comunque
Il mio non vuole essere l'ennesimo post per un pilota scomparso, è un memento di una serie di emozioni provate.
Rispetto Roland, come altri 100 piloti morti prima di lui. Ma Senna, nel mio cuore, era Senna.
In genera la morte ingigantisce il mito...
in questo caso l'ha lasciato delle stesse dimensioni, perchè se non fosse sopraggiunta la morte, il mito di Senna sarebbe diventato ancora più grande, con altre vittorie clamorose, sorpassi da urlo, ecc...
per non parlare della classe che aveva quando parlava, la posatezza, la finezza mentale, la sensibilità umana...
un mito VERO!