Tremare, ma non per il freddo.

Volevo iniziare la settimana carico.
Pronto a commentare il Gran Premio di Formula Uno, a raccontarvi delle mie cazzate con rFactor, a parlare del più e del meno.
Però non so come mai, ma la cosa non mi riesce. Ridere, né tantomeno cercare di far ridere.
Quello che è successo in Abruzzo è una cosa che dovrebbe farci riflettere, su diverse cose. Come prima cosa, dal punto di vista più "teorico", questo fatto ci ricorda che nel 2009 è possibile che tu ti addormenti la domenica sera nella tua vita di tutti i giorni, e ti risvegli il lunedì mattino senza più niente. NIENTE. Provate a pensare a tutto quello che vi circonda, in questo momento. Ecco, non avete più nulla di ciò che vedete, di colpo, senza preavviso.
E comunque, vi sarebbe andata ancora bene. Perchè sareste qui a piangere le COSE che avete perso, risvegliandovi. Nella scala del peggio, si sale un gradino: potreste piangere le PERSONE che avete perso. Sempre che (altro gradino) non siate voi ad essere pianti.
Un'altra cosa che mi fa riflettere è che un terremoto ha raso al suolo mezza l'Aquila e molti paesi limitrofi. Rasi al suolo, vuole dire che nulla di quanto fosse storico o artistico si è conservato. Costruiamo edifici antisismici da un secolo, tutto quanto è antecedente è automaticamente cancellato. E, per un paese che da solo ha più del 60% del patrimonio mondiale dell'UNESCO, la cosa è preoccupante. Anche se questo mi porta alla terza riflessione: com'è che ci sono ponti romanici, in zone sismiche, che reggono alla prova del tempo, e l'ospedale di l'Aquila che è stato costruito con le normative più aggiornate (senz'altro più aggiornate di quelle dei romani...) è stato quasi totalmente danneggiato, e al 100% inservibile proprio quando serviva di più?
La quarta riflessione va agli sciacalli, che più che una riflessione è un augurio: che le prossime macerie li inghiottano senza ritegno.
La quinta, e ultima, va a tutti noi. Non vi sembra un appello sensato che tutti i montepremi delle varie lotterie e cazzodireality e magari una mesata di stipendio dei nostri politici, vada dritta dritta nelle tasche di chi non ha più niente su cui contare, che non ha più un domani e probabilmente neanche un oggi?

Commenti

tito ha detto…
sì, lo stato dovrebbe certamente finanziare una ricostruzione immediata e sensata, dopo aver aiutato e soccorso come si deve chi ne ha bisogno.
ma ecco lo scandalo dentro lo scandalo... e mi auguro che sia schiattato anche qualcuno responsabile dello schifo che sto per scrivere...ma purtroppo so che non è così, che la nostra classe politica occupa ville antisismiche costruite come si deve...l'ospedale San Salvatore dell'Aquila fu progettato nel 1968, seguendo i criteri antisismici di quel tempo, contando sui materiali dell'epoca.
la costruzione effettiva iniziò solo nel 1972, spesa prevista 11.395 milioni di lire, per 1.100 posti letto (oggi sono 350, cioè un terzo). Passarono vent'anni da allora, prima che l'ospedale, nel 1992, incominciasse a funzionare con i poliambulatori. Ma a colpire di più sono i finanziamenti erogati nel corso degli anni: quasi 200 miliardi di lire, stanziati in 20 anni da Cassa del Mezzogiorno, Regione Abruzzo, ministero dei Lavori pubblici, ministero dell'Università e Ricerca. L'inaugurazione definitiva arriva quindi nel 2000, ben 32 anni dopo il progetto... e ora, al primo sisma, è stato reso inagibile al 90%. I medici hanno dovuto prestare soccorso nello spiazzo davanti all'ingresso.
italia, la terra dei cachi.
tito ha detto…
per chi pensa che 20 anni per costruire un ospedale siano normali, ricordo che i ROMANI hanno costruito il COLOSSEO in solo 8 ANNI, i francesi la TORRE EIFFEL a fine 1800 in MENO DI DUE ANNI, il WORLD TRADE CENTER di New York ben 7 edifici tra cui le due celebri torri gemelle, in 7 anni tra il 1966 e il 1973. Per non parlare dell'Empire State Building sempre a New York, costruito nel 1930 in 14 mesi!!!!!!
cioè porco cazzo, non so cosa ci fosse nell'ospedale dell'aquila di così tanto speciale da far impiegare così tanto tempo ai costruttori e così tanti soldi; di certo era un qualcosa di molto fragile perchè è venuto giù subito alla prima scossa...
che vergogna...
tito ha detto…
devo continuare?
o è venuto il vomito anche a voi?
scusa gabry l'interferenza, ma ho il fiele al posto del sangue in questi giorni a vedere certe sofferenze e a sapere che esiste qualcuno con cui incazzarsi...
fiege ha detto…
invece di costruire ponti su stretti e opere inutili, s sarebbe dovuto avviare un progetto già 60 anni fa dopo la guerra. ma chi governa se ne frega di tutto.
Gabriele ha detto…
@ Tito: guarda, io ho buttato là alcuni spunti di riflessione, neanche tanto "nuovi", e la penso esattamente come te su questo tema.
Edifici del 4-500 hanno ancora tutto integro, palazzi del secolo scorso sono venuti giù come castelli di carta. Ha un senso tutto questo?

@ Fiege: più che "invece che" io direi "oltre che". Le grandi opere come Mose, ponte RC-ME ci vogliono in una nazione moderna e avanzata. Ma non SOLO... ANCHE! In una nazione moderna e avanzata ci vogliono ANCHE strutture antisismiche che funzionino.
fiege ha detto…
scusa, ma cosa vogliam fare mose o tav o chenesò quando in mezza italia c sono ancora ferrovie ad un binario o autostrade mai finite...
Gabriele ha detto…
E perchè dovremmo salvare l'Abruzzo costruendo case antisismiche, e invece Venezia merita di affogare nella Laguna? Chi le stabilisce le priorità?
L'Italia è indietro come il culo dei cani! Ci vogliono strutture antisismiche, ci vuole la TAV, ci vuole il Mose, ci vuole il ponte. In poche parole, ci vogliono le INFRASTRUTTURE e sono TUTTE ugualmente importanti ed urgenti.
E' più comodo criticare Berlusconi per le cose che dice di fare, piuttosto che proporre qualcosa... E dai e dai qualcosa alla fine Silvio fa. "Poco", direte voi, "qualcosa", dico io... che è sempre meglio del "niente" di quegli altri.

Le cose che NON ci vogliono, tornando al terremoto, sono i calcestruzzi "alleggeriti" per risparmiare e fare prima a posarli (vedi Striscia puntata del 9.4.09), che rendono una struttura antisismica alla mercé persino di una scoreggia... è questo che non ci vuole, la solita italiota cazzuta nullità zerume che ci fa dare la zappa sui piedi, e poi lamentarci di Prodi o Berlusconi o Dio o del Papa. La colpa è anche NOSTRA, e certe situazioni ce le siamo un po' cercate, e prima di pensare agli anelli papali, all'assenza divina e all'insipienza dello stato, dovremmo riflettere sul fatto che un po' di responsabilità ricade anche sulle nostre crape.