
Avanti, adesso qualcuno di voi abbia il coraggio di dirlo.
Chi di voi non ha mai giocato con il LEGO, alzi la mano (che gliela mozzo). Chi di voi ha vissuto in una caverna, senza luce, senza occhi e senza fantasia, una caverna per la mente, alzi la mano.
Bravi, vedo molte mani basse.
E' questo logo rosso (qui a fianco), con la scritta bianca, che da circa 40 anni è diventato il miglior baby-sitter per i nostri figli, e che noi - da figli - sognavamo per Natale, Pasqua, compleanni, Epifanie, cadute dei denti, buoni voti a scuola. Per molti di noi era "IL" regalo, quello col quale la nostra fantasia finalmente poteva trovare casa.
(Per gli appassionati rimando a questo link per saperne di più sulla oramai quasi secolare ditta danese. La sua storia è molto interessante, e si intreccia con la nostra infanzia).

Erano scatole come questa (qui a fianco) che ci davano la smania di aprire i regali a Natale, per poi passare in silenzio le ore successive, in uno stato di catarsi quasi incredibile, a montare, rimontare, smontare, personalizzare e poi ricominciare da capo. Vorrei sottolineare due aspetti del LEGO: la sua capacità di educare alla fantasia, che ci ha resi molto più predisposti ad affrontare le avversità delle nostre controparti 12enni moderne, tutte prese a farsi belle allo specchio per la nuova puntata di Uomini&Donne. E la sua capacità di intrattenere, rendendo quelle ore in cui noi ci mettevamo lì coi mattoncini, estremamente calme e produttive per le nostre mamme che potevano leggere, stirare, fare all'uncinetto, senza l'assillo di qualcuno che rotolava per casa urlando "ONDA ENERGETICAAA!" in preda alle convulsioni (sempre loro, i "noi" moderni).

E quando "i LEGO" non bastavano più, e si era cresciuti, per fortuna l'azienda era cresciuta con noi. Ecco arrivare la serie "TECHNICS", che si proponeva di continuare l'opera che il "Meccano" (chiedete ai vostri babbi nati dal '40 al '50, per informazioni...) aveva abbandonato nella seconda metà degli anni '80. La TECHNICS si proponeva come uno scorcio più approfondito nella meccanica, con pezzi più "tecnici" appunto quali cremagliere, pignoni, snodi, ruote dentate per poi arrivare a motori elettrici, programmazione computerizzata, e via dicendo.
(Nota personale: ho imparato più sulla scatola del cambio con un modello della LEGO, che a scuola guida...)

Ma ora DONNE! BAMBINI! ADULTI CHE SI RIFIUTANO DI CRESCERE! Esiste la possibilità di rivivere quelle emozioni, anche se virtuali, con dei programmi per i vostri PC. Il primo è LEGO DIGITAL DESIGNER, che è appunto nato dalle menti della LEGO stessa. Vi permetterà di avere un set piuttosto completo (763) di pezzi per la costruzione dei vostri modelli digitali. Facile da usare, intuitivo, vi regalerà alcune ore di relax e di piacevole nostalgia (oltre al godimento di poter usare mattoncini di cui ignoravamo l'esistenza 20 anni fa, eheh). Per PC e Macintosh. Pregio: una volta completato il modello, si può far valutare dalla LEGO e ordinarlo inscatolato e consegnato sotto casa a prezzi ragionevoli. Difetto: 763 mattoncini sono sufficienti per ore e ore di divertimento, ma non sono che un inizio se rapportati ai 4000 pezzi "ufficiali" prodotti dagli anni '70 ad oggi. Mancano in particolare molti dei "minifigs" (gli "omini") più usati, tipo i set dello spazio e dei lavori urbani, e altro.

Se, come me, avete un Macintosh, potete usufruire di una validissima alternativa, chiamata Bricksmith. Difetto: E' meno immediato e meno bello da vedere del LEGO Digital Designer, e di sicuro la ricerca dei pezzi è affidata, nel vasto database, alla vostra conoscenza dell'inglese e dei pezzi. Ma questo rimanda ai pregi: il database include tutti i 4000 (circa) pezzi originali, più gli altrettanti creati dagli utenti e che la LEGO stessa usa come fonte di ispirazione per quelli ancora da produrre. I risultati, in più, si possono esportare nei vari programmi di rendering 3D per poter ottenere risultati splendidi, con animazioni e tutto.
Spero di avervi ingolosito con questo mio articolo. Risvegliate il bimbo che è in voi!
E, usando lo slogan dei tanto cari anni '80...
"gioca intelligente. Gioca LEGO."
Commenti
scrivi delle cose stupende, che ho dentro, che custodisco geloamente...
ma non riuscirei a giocare ai lego al pc... anche se avessi 4000 pezzi di diverso tipo.
il bello dei lego, l'hai detto tu, è la fantasia...
ed era bello, allora, con quei 100 pezzi (di 20 tipi diversi al massimo) riuscire a costruire tutto! e dico proprio tutto quello che mi serviva.... in quei momenti non avevo bisogno di altre scatole!
ma ero io che ero diverso, ero io che ero felice.
ora non lo si può essere più. non così. non come allora.
www.lent0.com
www.myspace.com/lento
lento is an instrumental collective based
in rome. the former members joined in 2004
as a quartet and started working out a sort of
introspective and implosive approach, taking their
cue from a wide range of influences including
seminal bands such as neurosis, earth and gy!be.
after a short time break, in late 2005, lento
expanded into a five piece act, and began
structuring the basement of a more elaborate
mood. incorporating elements of ambient, doom
and hardcore, lento has created a perfect
opposition between sludge heavy riffs and
ambient psychedelic suites. lento's tone is a
blend of heavily down tuned guitars, apocalyptic
slow tempos, systematic drones and resonant
feedbacks, their live sets alternate from hardcore
assaults to intimate collapses of the signals.
lento: earthen
out on November 9th on Supernatural Cat
in a first limited edition run of 500 cd
handmade printed by Malleus Rock Art Lab.
Personalmente, appago la mia fantasia con la possibilità di realizzare - anche se virtualmente - modelli sempre pensati ma mai realizzati. Ma capisco che per rivivere certe emozioni la parte "fisica" del "toccare" sia indispensabile, e te ne do' atto.
p.s. dal "LEGO" al "Lento", se c'è una connessione, non l'ho capita... ora però seguo il consiglio e mi metto ad ascoltarli!