Formula 1: GP Monza e ladri...

Il soporifero carrozzone della F1 ci ha regalato domenica l'ennesima partita a scacchi mascherata da gara automobilistica.
Al GP di Monza, dopo la doppietta in Turchia, la Ferrari cercava il rilancio in entrambe i campionati (piloti e costruttori) mirando al bottino pieno sulla pista di casa, forti di una McLaren in calo e alle prese con l'antisportività e la malafede dei suoi team manager, piloti, meccanici e donne delle pulizie.
Al contrario, a parte il venerdì mattina, le McLaren sono apparse poco turbate dalla spy story e sono sempre state davanti alle Ferrari di circa 5-6 decimi al giro, sul ritmo gara. In più il sabato mattina il botto di Raikkonen ha complicato le cose per le rosse, che già non brillavano. In prova Massa non è riuscito a vedere neanche col binocolo le due frecce d'argento, mentre Raikkonen è finito addirittura 5° (ottima prestazione quella di Heidfeld su BMW, 4°), lasciando appunto i due galletti di casa McLaren a contendersi la Pole Position, con Alonso trionfatore su Hamilton.
La gara è apparsa da subito in salita per le rosse, nonostante l'ottima partenza. Massa dopo soli 9 giri ha accusato il cedimento della sospensione posteriore sinistra e si è ritirato, mentre Raikkonen "remava" e iniziava ad accumulare distacco. Alla prima sosta ai box le McLaren ripartivano con Alonso (in foto) sempre davanti ad Hamilton in 2^ e 3^ posizione. A quel punto si è iniziato a sperare in casa Ferrari. Raikkonen, che viaggiava molto carico di carburante (tattica di un solo stop per lui) era ormai leggero e dava regolarmente 3-4 decimi al giro al duo McLaren. Si pensava che potesse reggere il confronto con le McLaren, più veloci ma con tattica a 2 soste. Poi Raikkonen si è fermato, ha montato gomme dure ed è ripartito 3°, mentre le due McLaren hanno iniziato a "tirare" per guadagnare quanto più possibile sul ferrarista, che non doveva fermarsi più. Alonso ha fatto un cambio di passo impressionante, facendo mangiare la polvere persino ad Hamilton. Si è capito subito che, a meno di cedimenti meccanici, avrebbe vinto lui. Rimaneva aperta la lotta per il 2° posto, ed infatti quando Hamilton si è fermato per l'ultima sosta è ripartito 3° subito dietro a Raikkonen. La mini-gioia per i tifosi ferraristi è durata 3 giri, il tempo per Hamilton di infilare Raikkonen come un porceddu sulla brace con una staccata memorabile alla fine del rettilineo, e volare via verso il 2° posto finale.
Alonso vince, Hamilton lo segue, e 3° arranca l'unica rossa rimasta, quella di Raikkonen.

Quello che mi fa più rabbia alla fine della gara non è la gioia di chi quella gara l'ha corsa e l'ha vinta, ma le lacrime di Ron Dennis (team manager McLaren), quell'uomo tronfio e antisportivo che ha permesso (se non commissionato) il furto del dossier alla Ferrari e ha reso le sue vetture puntualmente (e illegalmente) migliori di quelle di Maranello. E che non si azzardi a dire che "il mondiale lo vinciamo sulla pista", perchè sulla pista non stanno correndo due McLaren ma due Ferrari riverniciate d'argento. Senza contare la rivelazione di un Alonso che (per sua stessa ammissione) già sapeva da tempo di tutto il pasticcio commesso, e del furto di informazioni. E pensare che era stato lui a dire a Massa, nel famoso "litigio" di "andare a imparare"... sarebbe meglio che Ron Dennis, Alonso, Hamilton, Haug e tutta la McLaren in generale, stessero zitti e andassero loro a imparare cosa sono lo sport, la buona fede e l'onore.

Commenti

Andy ha detto…
Azz questa me la sono persa! Grazie mille per il post molto esaustivo!
Anonimo ha detto…
ron dennis??? ma non si leggeva Ron dennìs ?!?!?! alla francese!!??!!?!?

tornerebbe tutto!

aaaah, ces voleurs de poules!
Gabriele ha detto…
Ron Dennis, secondo la "novissima pronuncia Oxfordiana" si leggerebbe, in italiano, VAFFANCULO.
E' straordinario il potere della traduzione.
Davvero.