Non so quanti di
voi leggano questo blog, quanti di quelli che leggono abbiano Sky, quanti di
quelli che hanno Sky abbiano una passione per le un certo tipo di serie
televisive.
Ma c’e’ una cosa che TUTTI dovrebbero fare.
Guardare Black Mirror.
Black Mirror e’ una serie televisiva inglese, creata da Charlie Brooker, andata in onda in due stagioni da tre puntate l’una su Channel 4, una nel 2011 ed una nel 2012. Sky le ha proposte assieme tra febbraio e marzo, sono puntate da un’ora quindi durano poco piu’ del classico format stile CSI, NCIS, X-Files e via discorrendo (dai 40 ai 45 minuti).
Black Mirror e’ una serie televisiva inglese, creata da Charlie Brooker, andata in onda in due stagioni da tre puntate l’una su Channel 4, una nel 2011 ed una nel 2012. Sky le ha proposte assieme tra febbraio e marzo, sono puntate da un’ora quindi durano poco piu’ del classico format stile CSI, NCIS, X-Files e via discorrendo (dai 40 ai 45 minuti).
Quello che mi ha colpito in questa serie, fondamentalmente, e’... tutto.
Ogni puntata ha un cast differente, un’ambientazione differente, un’epoca
differente (tutte nel futuro prossimo, pero’), e persino una realta’
differente. Ma il filo conduttore e’ che questa serie e’ una critica neanche
tanto velata a come viviamo in questo momento, “e a come potremmo vivere tra 10 minuti, se agiamo da inetti”, dice
proprio Brooker.
Un perfetto ibrido tra altre due serie televisive: la statunitense “Ai confini della realta’” (1959-64) e la britannica “Il brivido dell’imprevisto” (1979-88), con un gusto tutto particolare per la denuncia al disagio che si prova nella societa’ moderna, ed alla paranoia tecnologica di cui tutti, piu’ o meno, siamo affetti oggidi’. Ed in effetti cos’e’ il Black Mirror, lo specchio nero, se non un monitor, lo schermo di una tv, o il vetro del nostro smartphone preferito?
Un perfetto ibrido tra altre due serie televisive: la statunitense “Ai confini della realta’” (1959-64) e la britannica “Il brivido dell’imprevisto” (1979-88), con un gusto tutto particolare per la denuncia al disagio che si prova nella societa’ moderna, ed alla paranoia tecnologica di cui tutti, piu’ o meno, siamo affetti oggidi’. Ed in effetti cos’e’ il Black Mirror, lo specchio nero, se non un monitor, lo schermo di una tv, o il vetro del nostro smartphone preferito?
La serie e’
innovativa, shockante. Una cinica e futuribile analisi di cio’ che e’, e di cio’
che potrebbe essere. Ed in alcuni casi (parlo per esempio dell’episodio “Vota
Waldo”), di cio’ che in realta’ e’ gia’ successo in Italia, con la recente
ascesa di personaggi come Grillo, che a Waldo assomiglia in una maniera
inquietante.
Linciaggi
mediatici. Reality shows. Impianti sottocutanei che permettono di rivedere la
propria vita proiettata su uno schermo (e no, non credete che sia una bella
cosa quando questo viene usato come forma di controllo sociale). Ricatti che
annientano la personalita’ (sesso con un maiale in diretta televisiva? Ma
dai!). Ed in generale un’umanita’ variopinta e misera, ma schiava della
tecnologia.
Visioni del
futuro oscure, ma verosimili, il capitalismo messo alle strette, la democrazia
equiparabile ad un nuovo stalinismo (e nonostante questo la serie e’
popolarissima in Cina), la tirannia della maggioranza di cui parlava
Tocqueville, l’ipersocialita’ tecnologica dell’asociale essere umano. Ci sono
cosi’ tante chiavi di lettura che chi ha studiato sociologia, come me, ha
veramente difficolta’ ad enumerarle, per le enormi stratificazioni
significative che sono presenti.
In buona
sostanza, avete visto 6 ore di film molto peggiori di questi 6 episodi. Fatevi un regalo: guardate Black Mirror, ed il vostro smartphone non sara’ piu’ lo stesso.
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